La chiesa di San Felice a Cinaglio
XI sec.

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Il nome di Cinaglio (Cinaglum) va riportato ad un primitivo cenaculum che denominò un luogo di sosta lungo la strada romana da Asti ad Industria. La collocazione originaria di Cinaglio, anziché sull’alto di un colle, forse era sul fondo valle, dove appunto doveva passare la strada romana. Sul fondo valle è rimasta invece la cascina “Il Terzo” (Tercium), ricordo evidente del tertius lapis da Asti (A. Settia, Strade romane e antiche pievi fra Tanaro e Po).

Appartenente alla contea di Chiusano, Cinaglio venne poi assegnato al vescovo di Asti da Ottone I (962); passò più tardi ai signori di Casasco, che nel 1198 si assoggettarono al Comune di Asti. Nel 1383 fu libero Comune, per diventare poi possedimento degli Orléans, quale bene dotale di Valentina Visconti.

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Il paesaggio fra Settime e Cinaglio è bello e bella appare San Felice, là, in alto, posta in cima ad una collinetta, a fianco del cimitero. Purtroppo, però, i diversi rimaneggiamenti subiti durante i secoli hanno fatto sì che i primitivi caratteri di costruzione romanica sono stati quasi annullati. Null’altro, infatti, dall’esterno, oltre all’abside con la sua semplice decorazione ad archetti pensili, lascia immaginare il suo passato medievale.

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Piccola, ma imponente, si stacca dalla terra, dalla quale, forse, un tempo pareva scaturire. Ora se ne sta su di un marciapiede di lastricato che non le lascia toccare il suolo con un sol mattone. Fuori luogo appare poi la scaletta che vi conduce, ben squadrata, costruita in pietra e cemento, con un corrimano in legno “stile rustico”.

Gli stessi ducenteschi affreschi dell’abside, che pure costituiscono la cosa più preziosa, “sono stati – per citare il Vergano – restaurati in modo troppo evidente”.

Da:
Amministrazione Provinciale di Asti
Chiese romaniche nella Provincia di Asti
frammenti di storia da salvare
testo e fotografie di Tiziana Valente e Ferruccio Zanchettin

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