La prima testimonianza della città risale all’epoca romana, lo provano i numerosi ritrovamenti avvenuti durante i lavori di restauro del Battistero del Duomo.
Ma fu a partire dall’XI secolo, dopo la fortificazione ad opera di Landolfo Vescovo di Torino, che Chieri iniziò ad affermarsi prima come Libero Comune ed importante centro commerciale in concorrenza con Asti, poi come prospera signoria dei Savoia.
La lavorazione dei tessuti, in particolare il fustagno, fu il fulcro dell’economia chierese per tutta l’età moderna.
Nel XVII secolo iniziò il declino della città causato dall’epidemia di peste che ne dimezzò la popolazione. La ripresa culturale, artistica ed economica si ebbe a partire dall’800 quando la città conobbe un notevole sviluppo economico ed urbanistico che nulla tolse al fascino dei suoi gioielli architettonici, esempi mirabili del gotico, del barocco, del liberty, la cui compresenza nel territorio cittadino rappresenta l’unicità di Chieri.
Urbanisticamente Chieri ha ben conservato la struttura di Comune medievale: dalla rocca centrale (il castrum) si dipartono a cerchi concentrici le contrade che corrispondono ai successivi ampliamenti della cinta muraria. E dalla rocca, dove si trova la chiesa di San Giorgio (l’attuale facciata è barocca, ma la chiesa fu edificata XIV secolo, sulle rovine del castrum) possiamo ammirare il panorama collinare fatto di dolci clivi, boschetti e coltivi, che circonda Chieri e riconoscere, seguendo con lo sguardo via San Giorgio, la "chiocciola medievale".
La Madonna nella Chiesa di San Domenico
Le chiese di San Domenico, con l’imponente portale gotico sormontato da trifora, Santa Maria della Scala, il Duomo, la più celebre chiesa di Chieri con il Battistero romanico a pianta ottagonale, Palazzo Opesso, Palazzo Valfré che si affacciano su Piazza Mazzini, il centro della vita politica e religiosa della Chieri medievale, sono solo alcuni esempi dei gioielli dell’architettura gotica che la città offre ai visitatori.
I palazzi edificati fra il XIII e il XV secolo caratterizzano fortemente via Vittorio Emanuele, la principale arteria cittadina. Ancora oggi questi edifici con la qualità eccezionale del cotto dei mattoni e delle fasce decorative, le tracce di intonaci affrescati, gli splendidi soffitti a cassettoni (Oreficeria Ceppi) offrono un quadro d'insieme insolitamente efficace per la compren sione dell’habitat urbano tardo medievale.
Guglielmo Caccia detto il Moncalvo: Particolare della Pala del Rosario
Guglielmo Caccia detto il Moncalvo
Alla fine del Cinquecento, periodo in cui Guglielmo Caccia tornò a lavorare in Piemonte, Chieri conosceva un risveglio della vita economica ed artistica. Fu così che tra la città e il pittore si stabilì una intensa collaborazione: sono tredici le tele attribuite al Moncalvo tuttora conservate nelle Chiese di Chieri, una buona base per conoscere il gusto manierista.
La chiesa di San Bernardino in un disegno del Vittone
Alla ricchezza del gotico si affianca quella degli edifici del Sei e Settecento, notevoli testimonianze che offrono una panoramica del barocco dal suo nascere, in età manierista, al suo tramontare nel ritrovato classicismo di fine Settecento. Dal punto di vista cronologico la prima testimonianza del barocco a Chieri è rappresentata dall’Arco Trionfale, che si affaccia sull’antica piazza delle Erbe. Eretto nel 1580 in onore di Emanuele Filiberto su progetto di Pellegrino Tibaldi fu rinnovato nel 1761 dal Vittone. Fuori dalla prima cinta di mura si trova il Santuario dell’Annunziata, ricostruito nel 1652 su progetto del carmelitano Costaguta conserva un pregevole affresco di scuola fiamminga. Un'altra importante testimonianza del Barocco è la chiesa di San Bernardino che domina piazza Cavour nobilitata dalla cupola ricostruita dal Vittone dopo il 1740; successivamente Quarini ne progettò la neoclassica facciata.
Il tessile a Chieri tra storia e attualità produttiva
Filatura e tessitura, miniatura francese del XV secolo
L'attività tessile ebbe origine nel medioevo.
Si sviluppò per tutto il XV secolo e si consolidò con la costituzione dell’Università del Fustagno nel 1482. La produzione del fustagno caratterizzò fino al XVI secolo l’orientamento dei tessitori e dei mercanti chieresi.
Successivamente si vennero affermando la coltivazione e la lavorazione della canapa e del lino, l’allevamento dei bachi da seta e la lavorazione del filo di seta. Nell’Ottocento prevalse la lavorazione del cotone e si ebbe, con l’introduzione del telaio Jacquard, una rinascita economica legata a questo settore.
L'industria tessile chierese è tuttora all’avanguardia perla tecnologia utilizzata nelle lavorazioni e per la qualità dei prodotti.
La creazione a Chieri del Museo del tessile testimonia il legame profondo tra la città e il settore produttivo.
Attraverso l’ampia collezione di strumenti, macchinari, ma anche stampe e fotografie che mostrano le diverse fasi della lavorazione dalla materia prima al prodotto finale, il Museo si pone come struttura attiva per l’apprendimento e momento di riflessione e stimolo anche per l’attuale attività produttiva.
Il Museo, che è attualmente ospitato nei locali dell’ex-convento di Santa Chiara (divenuto successivamente Opificio Levi, primo esempio di opificio moderno), avrà presto una nuova sede nella restaurata Imbiancheria del Vayro, posta nell’antico quartiere dove si erano andati localizzando la maggior parte delle tintorie e dei cotonifici chieresi.
II Museo del tessile di Chieri è uno dei percorsi Ecomuseali costituiti dalla Provincia di Torino nell’ambito del Progetto Cultura Materiale.
Un progetto articolato e di ampio respiro per celebrare la memoria del Santo e per valorizzare, attraverso la sua figura, il ricco patrimonio storico-culturale della città. Cuore del progetto, la creazione di un percorso cittadino, “L’itinerario Don Bosco”, che, attraverso la visita di alcuni luoghi particolarmente significativi, racconta della presenza del giovane Giovanni Bosco a Chieri. Dodici tappe nel centro storico per seguire, passo dopo passo, i dieci anni che Don Bosco trascorse in città: è questo lo spirito dell’Itinerario Don Bosco, realizzato per celebrarne la memoria, ma anche, e soprattutto, per trasmettere i valori dell’attenzione verso il prossimo, così cari al Santo. Un itinerario che, snodandosi tra la centrale via Vittorio Emanuele II e le suggestive vie che, incrociandolo, attraversano il centro storico, è anche un utile spunto alla scoperta dei gioielli architettonici di Chieri, città che negli ultimi anni sta svelando e valorizzando il proprio patrimonio turistico.
La visita comincia dalla Chiesa di San Filippo Neri, via Vittorio Emanuele II
Info: Sportello Turistico 011.9428440 / 334.5698694 www.turismochieri.itinfo@turismochieri.it
Ingresso libero
Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile
Nell’ex Convento di Santa Chiara, già opificio Levi, è ospitato il primo nucleo della raccolta di oggetti dell’attività tessile chierese: oggetti utilizzati per una attività prevalentemente manuale e strettamente collegata al lavoro agricolo, come gli attrezzi usati per la coltivazione del gualdo, per la tintura in azzurro delle pezze, per la bachicoltura, per la filatura e tessitura di cotone e lino e seta, per l’imbiancatura del tessuto di cotone.
Una prima ricognizione e la successiva parziale raccolta hanno permesso di avviare alla conservazione, ma soprattutto alla rifunzionalizzazione a scopo didattico, alcuni tipi di macchine particolarmente interessanti. L''attuale sede non può ospitare che una piccola parte degli oggetti che costituiscono la storia della tessitura. A pieno regime il Museo esporrà tutte queste macchine, appartenenti prevalentemente al periodo che va dai primi decenni del Seicento agli anni Quaranta del secolo XX, trovando ben più idonea collocazione negli spazi ristrutturati dell’ex Cotonificio Tabasso.
La storia del vino attraverso reperti archeologici dal II millennio a.C. fino ad alambicchi e torchi, primi testimoni dell’era industriale
Il Museo nasce dalla passione per l’archeologia di Lando Rossi di Montelera, allora Amministratore Delegato della Martini & Rossi, da cui proviene il nucleo principale della collezione. Il 1961 è l’anno dell’inaugurazione ufficiale, che coincide con i festeggiamenti dell’anniversario del 1° centenario dell’Unità d’Italia.
Progettato da Oberto Spinola, primo direttore del Museo, e ambientato in 16 sale ricavate dalle antiche cantine della villa settecentesca, che fu sede dei primi stabilimenti Martini & Rossi a Pessione, frazione di Chieri, il Museo trova la sua collocazione ideale fra i mattoni a vista delle pareti e delle volte perfettamente conservati. Presentati in ordine tematico, si susseguono antichi oggetti rituali e simbolici, anfore e vasi di epoche remote a partire dal secondo millennio Avanti Cristo fino all’età Imperiale Romana, grandi torchi in legno, carri per il trasporto di uve e botti, cristalli e argenti preziosi, accanto a filtri e alambicchi di rame, primi testimoni di una nuova era, quella industriale, che ha contribuito enormemente ad ampliare le conoscenze e le tecniche in campo enologico.
I protagonisti di questa collezione, prima in Europa nel suo genere, sono tutti soggetti ad un unico denominatore comune: il vino e la sua lunga storia, legata indissolubilmente a quella dell’uomo e alla sua evoluzione attraverso i secoli.
Centro di documentazione e di accoglienza turistica dedicato alla figura di Don Bosco, con particolare riferimento ai luoghi chieresi in cui il Santo ha vissuto e si è formato
Il Museo sorge come contributo all'impegno e allo sforzo continuo dei Fratelli della Sacra Famiglia nel favorire la comunicazione fra culture diverse ed educare alla mondialità.
Espone statue, maschere ed ornamenti per un totale di 150 oggetti raggruppati per etnia di appartenenza e disposti geograficamente in un immaginario percorso all'interno del territorio centro-occidentale dell'Africa e attraverso il Burkina Faso, il Mali, la Costa d'Avorio e il Ghana.
Fu fondato nel 1903, quando religiosi Fratelli della Sacra Famiglia portarono dalla Francia una collezione di conchiglie ed esemplari minerali.
Fu verso il 1939 che, per opera dei Fratelli universitari, il Museo ebbe un buon sviluppo, con l'aggiunta di collezioni zoologiche: insetti, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi.
Il valore del Museo è essenzialmente dovuto alla sezione ornitologica che comprende 747 esemplari, dei quali 137 provenienti dall'Africa e dall'America del sud inviati dai missionari dei Fratelli della Sacra Famiglia.
Le specie italiane sono 202 con 610 individui; alcuni di questi risalgono alla fine dell'Ottocento.
Non mancano di colpire l'attenzione un esemplare di aquila reale, un’aquila anatraia maggiore ed un falco pescatore.
Il Museo comprende altresì 65 mammiferi, 56 pesci, 27 rettili, 20 anfibi, 27 scatole di insetti italiani ed esotici e 358 tipi di conchiglie.
Società Ippica Il Castello
Strada Fontaneto 274 tel 011.9416920
Cascina Matinè Fattoria didattica
Passeggiate ed attività didattiche in compagnia di asini e altri animali
Strada Tetti Masino 10 tel 345.3102552 www.cascinamatine.compeponepo@tiscali.it