Vita
Eusebio nacque in Sardegna, in una località non meglio identificata, intorno al 300 d.C. Abbracciò lo stato ecclesiastico a Roma, e nel 345 fu nominato vescovo di Vercelli da Giulio I (è da ricordare nel Medioevo il territorio della diocesi di Vercelli andava da Biella alla Lomellina, e comprendeva anche gran parte del Monferrato con Casale).

L’area che ancora non si chiamava Piemonte era a quei tempi, per il cristianesimo, una regione di frontiera, ed Eusebio si distinse per l’opera di evangelizzazione. Un ricordo di quest’attività rimane nella leggenda della statua miracolosa della Madonna, che Eusebio avrebbe collocato in un riparo sotto una roccia nelle valli biellesi, là dove sorse poi il santuario di Oropa; una tradizione analoga gli attribuisce la fondazione del santuario di Crea. Importante fu il suo sforzo di mantenere unito e ben organizzato il clero della sua diocesi, e Sant’Ambrogio lo elogia per aver imposto ai suoi sacerdoti una vita secondo una rigorosa regola monastica.
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Ariani e cattolici
Erano intanto gli anni della grande controversia fra i cattolici, sostenuti dall’imperatore d’Occidente Costante, e gli ariani, appoggiati dall’imperatore d’Oriente Costanzo II. Nel 350 Costante fu deposto e ucciso, e Costanzo riunì nelle sue mani tutto l’Impero.

Eusebio si recò presso l’imperatore per sostenere la causa cattolica, ma il concilio di Milano, convocato nel 355 su sua stessa richiesta, vide prevalere le tesi ariane, con la condanna di Atanasio di Alessandria, capofila degli ortodossi. Poiché Eusebio si rifiutò di accettare questa conclusione, fu esiliato in Palestina, poi in Cappadocia, insieme con Dionigi di Milano e Lucifero di Cagliari. I patimenti sopportati durante questo esilio gli valsero il titolo di Martire, anche se la sua morte sopravvenne poi per cause naturali.
La salita al potere di Giuliano l’Apostata nel 361 permise ai cattolici di riprendere il sopravvento. Nel 362 Eusebio tornò a Vercelli, e proseguì l’opera di evangelizzazione, con la fondazione delle diocesi di Tortona e di Embrun. Morì il 1° agosto del 371 a Vercelli, e le sue reliquie sono conservate nel Duomo.
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È patrono di Vercelli e del Piemonte. Il culto del grande difensore dell’ortodossia assunse un nuovo vigore agli inizi dell’età moderna, quando i santuari dell’area alpina e pedemontana formarono una sorta di barriera contro la Svizzera protestante.
Anticamente la sua memoria era celebrata il 15 dicembre, giorno della consacrazione a vescovo; fu poi spostata al 2 agosto, il giorno successivo alla morte.
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