San Martino di Tours

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San Martino
Anonimo ungherese, ca. 1490: Martino e il povero

San Martino di Tours
Vescovo 316-397

Memoria: 11 novembre

Patrono di Capriglio
Montemagno
Villafranca d’Asti

Vita

San Martino
Simone Martini: Il sogno di San Martino

Nacque in Pannonia (odierna Ungheria) nel 316. Il padre, militare di carriera, gli diede un nome che richiamava il dio Marte, e lo spinse ad entrare giovanissimo nell’esercito. Arruolato nella cavalleria imperiale, prestò servizio in Gallia, dove avvenne l’episodio per cui ancora adesso è ricordato. Incontrato un povero viandante che tremava per il freddo, tagliò con la sua spada il mantello e gliene diede metà (più probabilmente divise la stoffa dalla pelliccia che foderava all’interno il mantello dei soldati romani). La notte seguente sognò Gesù, che gli rivelò di essere lui stesso il viandante.

Martino, che aveva già conosciuto il cristianesimo, si fece battezzare, e abbandonato l’esercito, si recò a Poitiers presso il vescovo Ilario. Intanto imperversava la lotta contro l’eresia ariana, che a quell’epoca aveva il sostegno della corte imperiale, e Ilario fu costretto all’esilio. Martino viaggiò in Pannonia, dove convertì la madre, a Milano, in Liguria; infine tornò in Gallia, dove Ilario, reintegrato nel suo vescovato, lo ordinò sacerdote. Nel 361 fondò a Ligugé il primo monastero dell’Europa occidentale. Nel 371 fu eletto vescovo di Tours, e fondò a Marmoutier una comunità per la formazione del clero. Per vent'anni operò per l’evangelizzazione delle campagne, abbattendo idoli pagani e sostenendo i poveri contro l’esasperato fiscalismo dell’Impero. Morì nel 397 nella cittadina di Candés, che da allora si chiamò Candes-Saint-Martin, e fu sepolto a Tours.

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San Martino
Anonimo ungherese, ca. 1490: Martino e il miracolo della “seconda carità”

Altri miracoli

Alcune fonti riportano una “seconda Carità”. Un giorno Martino, ormai vescovo, vide un povero seminudo. Ordinò al proprio arcidiacono di rivestirlo, e poiché quello indugiava, gli mise indosso la sua stessa tunica. Poi chiese all’arcidiacono di portargli un nuovo vestito, e quello, per disprezzo, gli portò uno straccio. Il Santo lo indossò e con quello celebrò la Messa. Durante il Sacrificio sulla sua testa comparve un globo di fuoco: Martino alzò le braccia al cielo, e gli angeli le coprirono di gemme preziose.

Un giorno, per convertire dei pagani, fece abbattere un grande albero che era ritenuto sacro. Si mise nel punto in cui l’albero sarebbe dovuto cadere, e si fece il segno della Croce: l’albero cadde dalla parte opposta.

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San Martino
Simone Martini: Martino armato cavaliere

Patronati, iconografia

Divenne subito un santo popolarissimo in Francia e nel resto d’Europa, dove il suo culto fu diffuso in età carolingia. Non solo è patrono dei soldati e dei cavalieri, ma nella società cortese divenne, con San Giorgio, il modello del perfetto cavaliere cristiano.

Per il suo atto di carità è patrono dei medicanti, per il mantello dei sarti; per la cinghia alla quale era appesa la sua spada, dei conciatori di pelli dei lavoratori del cuoio. Poiché una volta cambiò l’acqua in vino, è patrono degli osti, dei fabbricanti di brocche, dei bevitori e degli ubriachi. È patrono dei viticultori e dei vendemmiatori, perché in occasione della sua festa si beve il vino nuovo.

La raffigurazione più frequente rievoca l’episodio del mantello. È a volte rappresentato con un’oca, perché quando i fedeli lo acclamarono vescovo, lui fuggì in campagna, ma delle oche con il loro starnazzare lo fecero scoprire.

Il termine architettonico “cappella” deriva da un piccolo edificio dove i re merovingi tenevano una reliquia del Santo, probabilmente un frammento della sua cappa, parola del latino tardo che indica un pesante mantello protettivo.

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