Achille Motta
Vezzolano e Albugnano

/Segue pag. 202/

Capitolo III.

Sacerdoti e religiosi albugnanesi

1 D. Giovanni, di Fenestrella, 1235

Si legge teste nell’atto 1235 con cui Ugone, Vescovo di Vercelli, dona ai Frati di Vezzolano le Chiese di S. Pietro in Fenestrella e di S. Stefano di Maconeto, perché vengano da loro ufficiate. Il titolo di Fenestrella indica più l’origine che l’ufficio, perché S. Pietro, essendo allora Chiesa minore, non aveva titolari.

2 Frate Can. Pietro, di Vezzolano, 1355

È presente nel detto anno in atto di censo in Serralunga, dove si dice di Albugnano.

3 D. Giov. Bozole, 1430 circa.

Come da scritto in Sacrestia di Collegno e da atto 1434 era ivi Curato di S. Lorenzo e per esclusione ebbe a successore:

/203/

4 D. Percivale Bozole, 1434

Già Pievano di Pino è trasferito a Collegno con atto 10 Novembre (Bosio). Il cognome Bozole o De Bozolis si legge già nel trattato di Pace, 1290, ed appare fino al 1600. Un Gerardo Bozole, circa il 1435, moriva Priore della Chiesa di S. Giovanni di Poirino.

5 D. Domenico Vaj, 1458

È teste il 26 Aprile nella trascrizione autentica della Bolla di Innocenzo IV, 1248, in Vezzolano.

6 Fr. Bern. De Bozolis, Can. di Vezzolano, 1485

Si trova Can. e Vicario in più atti dal 1485 al 1521, in alcuni dei quali è detto De Bozolis vel De Signoris, dal cognome materno, Signorio. Il casato Signorio in Albugnano è antico e di benestanti. Nel 1663, un Bartolomeo coi fratelli Serra, legava Messe e Quaresimale alla Comunità. Un ramo si imparentò e finì coi Nebbia del seguente N. 20; gli altri si estinsero verso il 1750.

7 Frate G. Pietro Nebbia, Can. di Vezzolano, 1519

Ancora Chierico, è teste in atto 10 Novembre; quale Canonico si legge teste in un altro atto 1534. – A. S. T. 2.

8 D. Enrico De Albis o Dellabianca, Cur., 1534

Il cognome Dellabianca si estinse sul finire del 1600. → P. III C. I pag. 180 Vedi Cap. I, n. 2.

9 D. Petrino Vaj, 1535

Lo troviamo teste in atto 2 Giugno; in altro, 7 Ottobre 1518, è ancora Suddiacono. A. S. T. 2.

10 Fra Marc’Ant. Gavazza, Can. di Vezzolano, 1584

Nella Visita Apostolica, 1584, alla Chiesa di Santena, si legge che esercitava la cura delle anime di sua /204/ volontà, collo stipendio di 24 scudi. Deve essere l’ultimo Can. di quella Chiesa, in cui ebbe la fortuna di ricevere S. Luigi Gonzaga.

I Gavazza, già sottoscritti nel trattato di pace 1290, si estinseroverso il 1650.

11 D. Giovanni Marchisio, Curato, 1562

→ P. III C. I pag. 180;
ovvero Giannino Marchisio
Vedi Cap. I, n. 3.

12 Chierico Francesco Marchisio, 1593

Riceve, in Casale, il Chiericato e l’Ostiariato il 13 e 14 Marzo. Credo non abbia ricevuti altri Ordini e sia lo stesso Not. e Podestà, Francesco Marchisio, elencato, nel 1625, tra le persone che facevano la Comunione quotidiana. È figlio di Paolo e nipote del Curato omonimo.

I Marchisio, oriundi da paese circonvicino, tenevano in Albugnano, uffici civili: nel 1614 era Podestà Paolo Marchisio, nel 1643 moriva il Not. Francesco e nel 1645 un G. Maria, gabelliere e debitore verso la Comunità di lire 700, ebbe venduti i suoi beni all’asta pubblica.

13 D. G. Maria Serra, Vicario e Curato, 1584

È figlio del nob. Giacobino e di Bartolomea; riceve gli Ordini minori a Casale ed il Presbiterato in Asti, il 26 maggio 1584, con licenza da Casale in data 14 dello stesso mese. La facoltà di celebrare, da Casale, è solo in data 23 Agosto ed il 19 Settembre è autorizzato ad. amministrare i Sacramenti in Calliano. Il 18 Maggio 1593 è nominato primo Curato della Parrocchia della nuova Cittadella di Casale, ed in questa circostanza il Vicario Astese, 3 Aprile, attesta che D. Serra esercitò lodevolmente in Diocesi (Grana) il Ministero.

La nuova Cittadella di Casale fu costrutta nel 1590-1, ma l’erezione della sua Chiesa in Parrocchiale, con cento scudi di paga, è in data 24 Dicembre 1601, /205/ motivata dal fatto che, dovendo star chiusa di nottetempo, il Parroco non poteva entrarvi per la cura degli infermi.

Circa il 1617 lascia la cura di Casale e viene Vicario in Vezzolano; nel 1622, venuti a dimorare in Vezzolano i fratelli dell’Ab. Galliano, viene nominato Curato d’Albugnano. Sul finire del 1624, infermo, rinuncia alla cura e si ritira in Vezzolano dove muore il 1 Agosto 1625, col titolo di Vicario. Il suo testamento rog. Ciardo da Sciolze, in data 30 Luglio 1625, è fatto in «Domo Proepositurae S. M. de Vezzolana», testi Cesare Galliano e M. R. G. Battista Vola, da Chieri. Con esso lega alla Cappella di S. M. delle Grazie, nella Chiesa di S. Ilario in Casale, dove fu sepolta la sua madre Bartolomea, scudi cinquanta perché sia celebrata in perpetuo una Messa a suffragio di lei; lega alla Comunità di Albugnano scudi 160 a censo perpetuo, i cui frutti da dividersi tra la Compagnia del Sacramento e quella del Rosario; censo impiegato, nel 1659, a fare la volta, il coro e la sacrestia della Parrocchiale. Vedi → P. III C. V pag. 249, dove però non compare l’indicazione n. 10 Cap. V, n. 10.

Dopo molti e vari legati a persone e Chiese, chiama eredi Marc’Antonio e Ubertino Serra, figli della sua sorella Giulia in G. Battista Serra Not, con obbligo di una Messa ebdomadaria nella Cappella di S. Sebastiano. → P. III C. V pag. 240, id. senza numero Vedi Cap. V, n. 4. In Comune, 1647, si parla di scudi 400 che la Comunità deve ai P. P. Agostiniani di Chieri, per lascito D. G. M. Serra. Questo onere non si legge nel detto testamento; forse ha origini anteriori.

Il D. G. M. era, senza dubbio, legato in parentela coi Serra (n. 16-17), perché compatroni della Cappella di S. Sebastiano. La famiglia del G. M. si estinse con lui; i nipoti eredi erano i figli della sorella Giulia, pure in Serra e forse di non lontano ramo, perché essi pure compatroni di S. Sebastiano. Il Padre, Giacobino, parrebbe, il Jacobus, che, essendo del Consiglio eresse il Campanile Parrocchiale.

/206/

14 Frate Giacomino Gastaldo, 1650

Il suo testamento, 7 Settembre 1650, rog. Ferrero in Riva, cascinali Airali, ossia tetti d’Allora, così dice: «Costituito personalmente Giacomino Gastaldo, eremita del luogo di Albugnano, dell’Ordine e titolo di San Francesco, ecc., lega alla Compagnia del Rosario d’Albugnano due censi del capitale di lire 382 per Messe in suo suffragio».

Era figlio di G. Battista, nato sul principio del 1600 e passato a Riva di Chieri con tutti i fratelli nel 1626. Dopo la morte del Giacomino, scompare da Albugnano il suo cognome; era certo un Casato notabile, perché nel 1414 l’Abate nominava a custode o Castellano d’Albugnano un Gastaldo. A. S. T. 2.

15 Teol. Vincenzo Rubeo, 1658

Il suo nome figura negli Statuti del Collegio dei Teologi di Torino, stampati nel 1701, dove è detto ex Albignano. Trovansi dei Rubeo sottoscritti nell’atto di fedeltà 1290, e, nell’atto 15 Aprile 1485, si fa menzione di un Rubeo da Moncucco, Castellano d’Albugnano. Gli atti Parrocchiali, solo dal 1604, non registrano questo cognome.

16 D. Giacomo Ant. Serra, Curato, 1647

Nacque il 7 Dicembre dal nob. Gerolamo, detto Vercellio, e da Anna M. Maiale ed è fratello germano del primo Conte Serra d’Albugnano. Sacerdote umile ed ordinato, è fatto Curato d’Albugnano il 1671; peregrinò una volta a Roma; morì il 22 Marzo 1721 e fu seppellito a S. Sebastiano dal Vicario Foraneo di Mondonio D. Solza. – → P. III C. I pag. 185 Ved. cap. I, n. 23.

Eccone la genealogia, da cui dipende anche il ramo N. 17.

Nob. Giacomo, fu G. Battista, sposa Bernardina.

Figli:
1615

Domenico. – Ved. n. 18.

/207/
1618

Bartolomea. – Ved. n. 21.

1627

Carlo, celibe, illetterato.

1625-79

Gerolamo, detto Vercellio; sposa, nel 1646, Anna M. Franc. Maiale, di Antonio, † 1664.

Figli: (1)
1647

Giacomo Antonio, il Curato.

1650-82

Alessandro avv.; sposa M. Lodovica, † 1717; da questo matrimonio nasce solo Anna Lucia, che sposa, nel 1696, Davico Giuseppe Ant., di Clemente, Not. in Casalborgone. La detta Anna Lucia, morendo nel 1760 senza prole, chiama erede il cugino Conte Giacomo Filippo Serra, d’Albugnano. Il Not. Giuseppe Davico, morto nel 1736, fondava in Casalborgone un’opera pia di non meno di tre doti a favore di figlie povere; fu anche più volte Podestà d’Albugnano.

1660-1734

Bartolomeo avv., primo Conte Serra nel 1722, sepolto a S. Sebastiano; sposa Anna Giulia Garagno, da Chieri, Ved. di G. Amedeo Colomba, da Fano, dal quale matrimonio nacque M. Catarina Colomba, sposata poscia con Marco Masseria, da Biella. La Giulia, nel 1721, dispone di essere seppellita a Torino nella Chiesa dei Gesuiti, salvo che muoia in Albugnano.

Figli:
1699

Francesco Ant. Maurizio, † 1700.

1701

Giacomo Filippo, Conte; Sposa, 1ᵉ nozze, Berta Lodovica M., da Andezzeno, † in Torino, 1781 nell’orig. 1851 corr. a penna 1751, d’anni 35.

Figli:
1747

Anna M. Cristina, suora del Crocifisso in Torino.

/208/
1749-1824

Luigi Vincenzo, terzo Conte. – Ved. sotto. Giac. Filippo, Conte; sposa, 2ᵉ nozze, Teresa Masino.

Figli:
1755

Petronilla, † 1757.

1756

Giuseppe Giacinto, † 1758.

1758

Angelo Francesco, nato ad Andezzeno, militare, † a Torino nel 1812.

Conte Luigi Vincenzo, Avv., Presidente delle Finanze; sposa, 1ᵉ nozze, Carlotta Torrazza, fu Giuseppe e di Teresa Marchetti (1), † a Mondovì il 20 Marzo 1794, mentre il marito Luigi era colà Intendente di Provincia.

Figli:
1777

Giuseppe Filippo, † 1778.

1778

Luigia che sposa, nel 1803, Casimiro Curbis di S. Michele.

Luigi Vincenzo, Conte; sposa, 2ᵉ nozze, 1794, Luigia Cordero, di Montezemolo, di Giuseppe Felice, da Mondovì, con dote di 12 mila lire, † a Torino nel 1804, d’anni 32, sepolta in Albugnano.

Figli:
1795

Camilla, † a Mondovì nel 1804 e sepolta in S. Sebastiano.

Luigi Vincenzo, Conte; sposa, 3ᵉ nozze, Ratti Rosalia, da Casale (2).

Colla morte del Conte Luigi, 1824, si estinsero i Conti Serra e l’eredità patrimoniale passò ai Curbis di S. Michele, per il matrimonio di Ca- /209/ simiro Curbis con l’unica figlia del Luigi, Luigia Serra. Poiché un ramo dei Curbis si stabili in Albugnano, sopra l’eredità materna, ne traccio sommariamente la genealogia dal 1800 all’estinzione prossima:

G. Battista Curbis; sposa Carlotta Robbio, di Chieri.

Figli:

Giacomo; Luigi; Casimiro, che sposa, circa il 1803, Luigia Serra.

Figli:

Oreste, che succede in S. Michele; ramo estinto.

1811-1888

Teofilo, che succede nei beni materni in Albugnano e sposa Emilia Marchetti-Melina, † 1911.

Figli:
1845

Nicolina, nubile, † 1904.

1847

Rodolfo, † nel 1912.

1850

Oreste, celibe, militare, † in Torino 1879.

1859

Luigia, † in Torino, d’anni 17.

1861

Rosalia, nubile (1).

17Prof. D. Giacomo Serra, 1641

È un precursore dei tempi nell’istituire opere di religione e di carità. Era figlio del nob. Domenico, fu Giacomo e di Brigida Lomello, cugino germano e cognato dell’antecedente (N. 16), essendo le loro madri sorelle uterine di Barbara Serra, sposata, in prime nozze, con Lomello Antonio e, in seconde, con Maiale Antonio. Compie i suoi studi a Roma e nel 1665 è iscritto tra i Dottori Collegiati di Torino.

Da una sua lettera, 1677, risulta che in tale anno era già Prof. di Propaganda Fide e che la questione dei fiorini, tra Comunità ed Abate Doria, era stata risolta a scudi 26. Costituito il Beneficio famigliare di /210/ S. Sebastiano nel 1655, ne era investito e rinunciava poscia nel 1681, a favore del fratello D. Antonio. Residente in Palestrina, con atto 21 Gennaio 1708, rog. Fabio Galli, fa donazione, valevole dopo morte, di venti e più mila lire a beneficio dell’erigenda Casa Missionaria di S. Vincenzo in Casale, con obbligo della Missione in Albugnanb ogni 5 anni, di tre Messe ebdomadarie e di lire cento annue al Maestro d’Albugnano per l’insegnamento religioso al sabbato e per l’amministrazione dei Sacramenti ogni mese.

Nel 1719 modifica la donazione con testamento 25 Ottobre e lascia ai poveri, a preferenza parenti, il frutto di 50 scudi; altri scudi 50 per suffragi alle quattro sorelle, scudi 25 alla Cappella di S. Sebastiano in Vigone (?), il suo Calice al nostro S. Sebastiano, lire 5 mila al fratello D. Antonio, scudi cento al cugino avv. Bartolomeo ed in fine, erede la Casa Missionaria suddetta. Il legato però subì modificazioni; per epicheia gr. ἐπιείκεια, nell'etica aristotelica ragionevolezza, moderazione, equità; nel dir. can. la cura che l’applicazione formale di una norma non possa provocare un danno autorizzata epicheia e condizioni espresse dal testatore, la Missione fu ridotta da Papa Benedetto XIV ad ogni sette anni, le cento lire al Maestro e la elemosina ai poveri non erano date ogni anno, e la rivoluzione francese divorò tutto quanto.

Morì a Palestrina, benedictione populi, nel 1724; copia del suo testamento trovasi a Casale nella Casa Missionaria,

18 Can. D. Antonio Serra, 1653

È fratello del precedente Prof.; nel 1677 lo troviamo a Roma per gli studi e nel 1680 lo incontriamo già Can.-Prevosto della Cattedrale di Saluzzo.

Come abbia conseguito questo Canonicato non risulta, essendo andate disperse ed arse le Carte Curiali di Saluzzo dal famoso Catinat nel 1690. Tuttavia, l’aver il fratello D. Giacomo lasciato scudi 25 alla Cappella di S. Sebastiano in Vigone, nasce il dubbio che il Canonicato di Saluzzo fosse di un patronato famigliare, per parte di qualche donna entrata in Casa Serra, op- /211/ pure viceversa. Il 23 Marzo 1680, con Bolle da Roma, è investito del Beneficio di S. Sebastiana per rinuncia del fratello Prof. Giacomo; prende istituzione il 21 Giugno e possesso il 2 Luglio. L’anno 1708 rinuncia al Canonicato per ridursi a vita privata in, Torino dove, il 20 Ottobre 1724, nella Casa della Missione, fa testamento, chiamando eredi del suo patrimonio ecclesiastico i nipoti, figli della sorella Brigida in Novarese e per il rimanente la Casa Missionaria di Torino. Nel 1732 fa Codicillo (Arch. Comunale). Muore il 30 Dicembre 1733 in Torino ed ivi viene seppellito.

Segue lo stato di famiglia dei fratelli N. 17 e 18, collaterale del N. 16, osservando che il presente finì colla loro generazione, mentre l’altro finì con la terza generazione nel 1824.

Nob. Giacomo, fu G. B.; sposa Bernardina. – Ved. N. 16.

Figlio:
1615-1689

Domenico; sposa, nel 1636, Brigida Lomello, fu Antonio, † 1679 (1).

Figli:
1639

Bernardina; sposa, 1658, nob. Francesco Ellena, fu Giov., da Brusasco.

1641

Giacomo, il Professore e Teologo.

1646

Giov. Maria; sposa, 1667, Francesco M. Serra Not., d’Aramengo.

1650

An. Margarita; sposa, 1671, Bernardino Rampilo, da Castelnuovo.

1653

Antonio, il Canonico.

1657

Maria Giov., sposa, 1680, G. Domenico Bava, da Moncucco.

1659

Sebastiano, † nel 1692 e sepolto in S. Sebastiano.

1644-96

G. Battista, Avv. Prof, di Università in Torino; il 12 Dicembre 1673 contrae sponsali con Dom. Francesca Colomba, di Avv. Giovanni in /212/ Torino (1). In detta occasione, il padre Domenico e zio Carlo rilasciano, in favore dello sposo, istrumento e donazione di primogenitura (2). Da questo matrimonio nacquero solo:

1677

Brigida Margarita, che, nel 1696, sposa G. Felice Novarese, Medico, di Avv. G. Battista, da Piazzo. Ved. N. 27.

1680

Clara Angela Francesca, che sposa, nel 1707, Filippo Novarese Not. e fratello del G. Felice.

19 Chierico G. Battista Nebbia, 1653

Era figlio del nob. Giacobino e di Francesca Maiale, cugino cognato coi N. 16 e 17, essendo la madre sorella germana dell’An. Maria Maiale e sorella uterina della Brigida Lomello. Studente di Teologia, moriva in Albugnano il 22 Febbraio 1671. Il padre Giacobino morì ucciso nel 1673.

20 Chierico Ant. Bernardino Nebbia, 1651

È fratello del suddetto GB.; deve esser morto dopo aver ricevuto qualche Ordine Sacro, perché l’atto di morte lo chiama Reverendo. I Nebbia suddetti portavano anche il cognome Signorio dall’avola Franceschina, figlia di Bartolomeo Signorio.

21 D. Giacomo Serra, 1653

È figlio di nob. Bernardo e di Bartolomea Serra, fu Giacomo, cugino cognato, per parte di madre, coi /213/ N. 16 e 17. Di casato benestante, esercitò sempre il suo ministero in Albugnano e più volte quello di Maestro di scuola. Vacando il Vicariato di Vezzolano, nel 1704 eleggeva i Sindaci per delegazione dell’Ab. Doria e nel 1722 fungeva da testimonio nel possesso del novello Conte e cugino, Bartolomeo Serra. Muore nella veneranda età d’anni 90 e, con testamento 2 Novembre 1732, rogato Serra d’Aramengo, lega Messe in suo suffragio e denari a tutte le Chiese d’Albugnano.

Questa è la sua genealogia:

1608-61

Bernardo, di G. Domenico e Tomasina; sposa Bartolomea Serra di Giacomo. – Ved. N. 16.

Figli:
1639

G. Domenico, che sposa Maria.

1642

G. Antonino; sposa Anna Catarina; dal matrimonio, nel 1688, nasce G. Domenico e da questi, nel 1728, nasce Giacomo (1).

1646

Anna M.; sposa, nel 1666, nob. Dasso Chirurgo, da Castagneto.

1649

Bernardina, che sposa Massaia Pietro, d’Aramengo.

1653

Giacomo, il Sacerdote.

1657

Carlo Ant, che sposa Margarita. – Ved. N. 34.

22 D. Tomaso Serra, Arciprete di Piazzo, 1642.

Nacque dal nob. G. Domenico e Caterina. Nel 1666, Neo Sacerdote, è fatto Economo Spirituale di Albugnano e proposto a Curato, ma le prove economali lo dissuasero. Prima va Curato ad Isolengo e, nel 1674, viene eletto Parroco di Piazzo, dove, nel 1702, mette le fondamenta dell’attuale Chiesa Parrocchiale, interrotta per la guerra. Per questo pare il primo Curato /214/ che abbia portato il titolo di Arciprete. Era spesso presente in Albugnano in occasione di Battesimi o Matrimoni famigliari e fu il tratto d’unione nel matrimonio del Medico Novarese con la Serra Brigida. Il Municipio d’Albugnano, nel 1703, gli affidava un difficile e delicato incarico: trattare in Castelnuovo col Generale Vendome, circa il risparmio d’Albugnano dal saccheggio. Per riguardi verso il Vezzolano bastarono L. 1.262. Morì a Piazzo nel 1705, compianto amaramente dal suo gregge.

23 D. G. Matteo, Maestro, 1660

È fratello germano, ma non materno, del precedente D. Tomaso, giacché il padre, vedovo di Caterina N., sposava, circa il 1658, altra Caterina N. Nel 1684, novello Sacerdote, celebra a Piazzo presso il fratello e poi tiene in Albugnano l’ufficio di Maestro dal 1688 al 1704, quando lascia la terra per il cielo; ebbe sepoltura in Chiesa di S. Pietro e fu posto nella tomba del fratello Notaio.

Segue la genealogia del Casato, non lontano laterale del N. 21 e capo-stipite di quattro generazioni di Notai e di parecchi Sacerdoti.

1614

Nob. G. Domenico, di Tomaso e Anna; sposa in 1ᵉ nozze Caterina.

Figli:
1639

Guglielmo; sposa Margarita.

1642

Tomaso, l’Arciprete.

1651

Anna M.; sposa Delmastro Bartolomeo.

Figli di 2ᵉ nozze:
1660

G. Matteo, il Sacerdote.

1664

Giac. Antonio, Notaio; sposa Catarina.

Figli:
1687

G. Antonio, detto Massimo, † 1711.

1689

Ottavia Lucia; sposa Gianella G. B., di Franc. da Cinzano.

/215/
1691

Anna Margarita; sposa Delmastro Giuseppe, di Nob. Giovanni.

1693

Ant. Filippo, Not.; ved. n. 31.

1700

Natalina; sposa Tortia G. Pietro, da Cocconato.

1703

Teresa M.; sposa Gianella Carlo, di Franc. da Cinzano.

24 D. G. B. Papino, Curato, 1670

Figlio di nob. Carlo, fu G. B. e di Margarita, esercitò il suo Ministero sempre in Albugnano, eccetto quando trovasi in Aramengo, nel 1709. Succedette nella Cura d’Albugnano a D. Ant. Serra.

25 P. Domenico Gianoglio, Trinitario scalzo, 1692.

Era figlio di Lorenzo e Margarita; in religione forse portava altro nome, in Albugnano conservò quello di Battesimo. Il Curato Nebbia, che ci tramandò la memoria, riferisce che è morto in Torino il 14 Marzo 1764, ma non dice se scalzo o calzato; noi sappiamo tuttavia che era scalzo, perché seppellito nel Convento di S. Michele, in Via Ospedale, appartenente agli Scalzati (1). Nel 1755 il P. Gianoglio viene in Albugnano a disporre dell’eredità, paterna, ordinando ai nipoti di impiegare la legittima materna in Messe, dopo la sua morte, e così si fece. Lo stesso Curato dice ancora che il P. Domenico Gianoglio morì in concetto di santità; sarà un’asserzione generosa, cui egli era solito; ad ogni modo è prova che era un santo religioso.

/216/ In Albugnano sopravvivono i discendenti del casato in Gianoglio Gaspare, fu Carlo ed abbiamo di esso tre pii legati di Messe per Gianoglio Lorenzo 1786, Domenico 1830, e Carlo 1931. I Gianoglio, fino al 1800, risiedevano in reg. Marcuto.

26 P. Edoardo Novarese, Cappuccino, 1701

Carlo G. Battista Novarese, in religione Edoardo, figlio di Felice, Medico, da Piazzo e di Brigida Serra, d’Albugnano, nacque il 22 Febbraio in Aramengo, dove il padre esercitava medicina prima di stabilirsi in Albugnano. La madre è legata in parentela coi N. 16 e 18, quale figlia dell’Avv. G. B. Serra, le cui due uniche figlie sposarono i fratelli G. Felice e Filippo Not. Sul finire del 1703, partito da Albugnano il Medico G. B. Bruno, da Salassa, G. Felice Novarese venne a sostituirlo, prendendo stabile dimora nella casa della moglie in via Serra, ora proprietà Carossa.

Il padre Edoardo vestiva l’abito a Chieri il 27 Marzo 1718 e, dopo un anno di noviziato, faceva i voti solenni, di cui conservasi ancora, in Torino, il suo giuramento autografo (1). Nel 1739 era Vicario di Andorno; dal 1740 al 1746 Superiore a Verzuolo; da Verzuolo, suo malgrado, Guardiano a Poirino fino al 1748, quando passò a fianco del Provinciale a Torino, dirigendo gli «Acta Provinciae Pedemuntanae Cappuccinorum». Nel 1752 è spedito Guardiano a Vercelli; tre anni dopo al Convento di Ivrea, e, nel 1758, trasferito alla Casa Missionaria di Paesana. Il 1761 lo trova Vicario a Livorno Vercellese; nel 1764 ritorna ad Ivrea, e, nel 1766, cagionevole di salute, si ritira nell’infermeria del Convento del Monte, dove, passando il 1 Giugno a miglior vita, veniva sepolto.

/217/ Albugnano sentì la sua affettuosa parola nelle Quaresime 1740-1744 e nel 1766, quasi canto del cigno, dettava l’ultimo Quaresimale nella sua diletta patria. Ancora, da Ivrea nel 1758 si portava caritatevolmente in Albugnano a confortare ed assistere il Padre Leone Cappuccino, da Montaldo, che, venuto a predicarvi la Quaresima, moriva d’anni 34 e veniva sepolto in S. Sebastiano.

27 D. Giuseppe Novarese, Priore, 1703

Fratello del precedente, nacque lui pure in Aramengo l’8 Settembre 1703. Fece i suoi studi in Torino; il 16 Aprile 1732 prese possesso della Parrocchia di Borgaro, ma non si fermò che fino al 1736, perché in quest’anno è già detto Rettore delle Orfanelle di Torino. Nel 1733, 10 Dicembre, morto il Priore di S. Sebastiano, D. Ant. Serra, N. 18, quale pronipote, prende istituzione del Beneficio stesso e viene messo in possesso il 20 Gennaio 1734 dal Vicario Foraneo di Mondonio, D. Signorino. Muore in Torino il 24 Maggio-1751 e viene sepolto nella stessa Chiesa delle Orfanelle (1).

Questo è lo stato di famiglia dei Novarese in Albugnano:

1674

G. Felice, n. a Piazzo dall’Avv. G. Batt, † in Albugnano nel 1742; sposa, nel 1698, in 1ᵉ nozze Brigida Serra, di G. B., † 1723.

Figli:
1699

in Aramengo, Franc. Caterina e Anna Lucia.

1701

in Aramengo, P. Edoardo.

/218/
1703

in Aramengo, Giuseppe Antonio, il Priore.

1706

in Albugnano, Giacomo Antonio.

1708

in Albugnano, Filippo Secondo.

1709

Anna Giulia; sposa, 1733, Giuseppe Villa, d’Andezzeno.

1713

G. Domenico.

1711

Filippo Eugenio, Medico, † 1788; sposa Angela M. Arietto, da Brusasco, † 1773.

Figli:
1745

Rosalia; sposa, 1767, Arduino Giuseppe, da Chieri.

1747

Maria G. B.; sposa, 1778, Franc. Antonio Cavagnolo, da Fubine, Not.

1748

Clara Anna; sposa, 1770, Serra Filip. Not., di Aramengo, cugino in 3° grado.

1744

Carlo Fedele, Avv., residente a Torino, ma spesso presente in Albugnano, dove è ascritto tra i Confratelli della SS. Trinità; affitta i tenimenti di Vezzolano nel 1764 e muore in Torino il 1802 (1); sposa Irene.

1742-1817

Luigi Innocenzo, Avv., celibe, dimorante in Albugnano, dove fu Maire sotto Napoleone; con lui, nel 1817, si estinsero in Albugnano i Novarese. Nel 1810 in casa Novarese moriva il P. Gaspare Arietto Carmelitano, da Brusasco, di anni 74 e veniva sepolto in S. Sebastiano.

28 D. Stefano Nebbia, Curato, 1709

Figlio postumo di Stefano e Vaj Francesca, di Vercellio, iniziò i suoi studi, dice egli stesso, in età d’anni 18 e, contro il volere degli zii paterni. Fatti pertanto i primi passi presso D. Mosso, Maestro in Mondonio, nel 1728 passò a Chieri per gli studi di grammatica, lettere /219/ e filosofia. Vestì l’abito nel 1731, con licenza dell’Abate Coppier e, nel 1733, passato a Casale in Seminario, riceveva il Sacerdozio il 24 Giugno dello stesso anno. Sacerdote, dal 1733 al 1735, risiede in Antignano ad insegnare lettere e filosofia ai figli della Contessa Malabaila. Nominato Maestro nel 1735 in Albugnano, viene eletto Curato il 15 Marzo 1737. La sua casa paterna è la prima dal Gelsomino verso S. Sebastiano. Il suo casato in Albugnano si estinse nel 1900 con Giuseppe, a cui facciamo un funebre il 20 Ottobre d’ogni anno. In Arch. Parr. abbiamo di lui due grossi libri: uno delle Messe celebrate in tutto il corso di sua vita e l’altro dei suoi interessi materiali.

Nel 1840, in Avigliana, celebrava la prima Messa P. Giustino Cappuccino; egli era un tardo nipote del nostro Curato, nato in Torino da Innocenzo, di Giovanni, Chirurgo, di Domenico fratello del Curato. Inoltre, G. Antonio Nebbia, zio paterno del D. Nebbia, è capostipite d’un casato laterale che ci diede Giovanni Nebbia, autore, 1830, del legato per la Missione, e sorella Lucia, fondatrice, 1849, di Messe.

29 Frate Bernardo Serra, Agostiniano laico, 1683

Nacque da Carlo Antonio e Margarita nel 1683; in uno scritto del 1721 è ricordato come laico Agostiniano in Chieri. È nipote del D. Giacomo (N. 21) ed a sua volta è zio del D. Tomaso (N. 34). Il Convento Agostiniano in Chieri era posto sul poggio dietro l’attuale Chiesa di S. Antonio; apparteneva ai Benedettini di S. Michele delle Chiuse e si chiamava di S. Giacomo. Ceduto agli Agostiniani di Lombardia nel 1478, si riedificò la Chiesa sotto il titolo di S. Agostino, atterrata poscia dalla rivoluzione francese.

30 D. Carlo Papino, maestro, 1721

È figlio di nob. G. Tomaso, fu Carlo e di Anna Maria; è ancora nipote del Curato omonimo G. Batti- /220/ sta. Neo Sacerdote, nel 1748 studia morale in Torino, mentre insegna grammatica presso nobile famiglia. Nel 1749 viene Maestro in patria; ritira da Casale due volte il legato del Prof. D. Giacomo Serra e muore «nel mezzo del camimin di sua vita», a 34 anni (1).

31 D. Giacomo Antonio Serra, maestro, 1726

Figlio del Not. Filippo e di Cristina Giordano, da Cocconato, viene battezzato il 28 Luglio da D. Costanzo Gianella, Rettore di Cinzano. È ancora pronipote dei N. 22 e 23. Passò i suoi giorni in patria come Maestro Cappellano. Nel 1791 era chiamato a godere per primo la Cappellania laicale eretta da Carlo Papino in S. Rocco. (Ved. Chiesa di S. Rocco). Morì nella veneranda età d’anni 89, il 2 Novembre 1815 e fu seppellito nel tumulo famigliare in S. Pietro.

Facendo seguito al N. 23, traccio lo stato di famiglia:

1692-1766

Antonio Filippo, Not., sposa Cristina Dom. Giov. Giordano, da Cocconato.

Figli:
1715

Giulia; sposa Quagliotti G. B., da Schierano, parente in 30 grado.

1718

G. Tomaso, Not. – Ved. N. 39.

1721

Massimo, farmacista in Albugnano; sposa Vittoria Davico, da Casalborgone; senza prole maschile.

/221/
1722

Clara Maria; sposa Salome Massimo, Chirurgo, d’Aramengo.

1725

Anna Maria; sposa De Rubeis Agostino, di Balbo, da Cinzano.

1726

Giacomo Antonio Costanzo: il sacerdote.

1727

Catarina Natalia; sposa Serra Giuseppe, Chirurgo, congiunto in 2° grado.

1736

Domenica M.; sposa Ferrero Giuseppe Not, di Cerreto.

32 D. Pietro Caldera, 1724

Lo troviamo figlio di Bernardo e Lodovica Conrotto, fu Antonio; tanto Chierico, che Sacerdote, fa scuola a Torino. Egli è una vittima del dissidio tra Abate e Vescovo: il nostro D. Pietro, per dimissorie dell’Abate Solaro di Breglio, nel 1746 aveva ricevuto dal Vescovo d’Asti la Tonsura ed i quattro Ordini minori. Questo spiacque a Casale che vedeva nel fatto riaprirsi la questione del Nullius Dioecesis, tacitata col predecessore Abate Coppier.

Pertanto, al Caldera, da Casale, si negarono gli Ordini Maggiori, tanto che lo troviamo ancora Chierico nel 1756, quando, cagionevole di salute, gli si dà il Presbiterato. Ma non sopravvisse molto; il 21 Marzo 1760 passa a miglior vita in Torino e viene sepolto nella Chiesa di S. Tomaso.

Dopo gli Ordini minori, venne dall’Abate nominato Vicario di Vezzolano, ma, per il ritardo degli Ordini maggiori, fu obbligato a rinunziare all’ufficio (1).

/222/

33 Frate G. Stefano Papino, laico cappuccino, 1731

È figlio postumo di G. Antonio Papino, fu G. B. e di Maria. Sebbene già nel 1781 si trovi inscritto tra i confratelli di S. Rocco, non pare però ritornato in Albugnano che dopo l’espulsione napoleonica. Muore nel 1803; i Papino, dietro S. Sebastiano, quali prossimi congiunti, posseggono quadri del barbuto Cappuccino. Ved. N. 30, n. 1.

34 D. Tomaso Serra, prevosto di Mondonio, 1738

Figlio unico di Francesco, fu Carlo Antonio e di Caterina Delmastro, ha unica sorella, Giulia, maritata, in prime nozze, con Giuseppe Gianoglio da Marentino ed, in seconde, con Giovanni Torta da Riva, al cui figlio Francesco il D. Tomaso lasciava per testamento metà della sua sostanza. È pronipote del D. Giacomo (N. 21), essendo suo padre figlio di Carlo Antonio, fratello del D. Giacomo. Nel 1763, Neo Sacerdote, è chiamato Maestro a Marentino, ma tosto ritorna in Albugnano, dove nel 1875 è lodato quale Maestro. Per contrario, nel 1792, il Municipio scrive al Vescovo il suo parere sfavorevole per la nomina a Curato d’Albugnano, in sostituzione del D. Carboneri.

Fatto concorso nel 1795, venne eletto Parroco di Mondonio, ma la fortuna non gli sorrise; in breve si alienò le capricciose pecore. Da lettere sue, appare che la sua persona non è più sicura della vita, perciò, mentre il Vescovo lo esorta a restare, egli, nel 1800, abbandona improvvisamente la Parrocchia e ritorna in Albugnano. Un manoscritto del 1817, in Bibbl. R., sui Parroci di Mondonio, dice che nel 1899 D. Tomaso Serra, mentre celebrava in S. Sebastiano, veniva derubato in casa di otto mila lire, e lo dice di carattere misantropo.

Morì in Albugnano il 14 Giugno 1814 e venne se- /223/ polto in S. Pietro, dove una lapide lo ricorda benefattore dei poveri. Eredi della sua sostanza sono stati chiamati il nipote Francesco Torta, da Riva, e la Parrocchiale, con obbligo di stipendiare un vice parroco. Il lascito fu stimato del valore di lire dieci mila, ma fin d’allora erano impari, all’onere, sicché la Curia, nell’accettazione, esonerava la Parrocchia da certi pesi.

La vita di questo Sacerdote, erede di importante sostanza famigliare, quantunque travagliata da compre, vendite, liti, non esclude la sua buona intenzione e santa vita, come chiaramente risulta da più lettere del Vescovo e di personaggi Mondonesi. La casa paterna, in reg. della Noce, ultima verso Oriente, passata per metà alla Parrocchia, fu venduta a Barbero Giuseppe con atto 9 Giugno 1851, rog. Beltramo.

Il seguente stato di famiglia del nostro D. Tomaso è la continuazione del N. 21.

1657

Carlo Antonio; sposa Margarita.

Figli:
1683

Bernardo, laico Cappuccino.

1685

Bartolomea, sposata Bartol. Fasoglio, di Aramengo.

1686

Lucia Veronica, maritata Sebastiano Lupo; muore a Torino nel 1751, chiamando eredi i fratelli, con obbligo di trecento Messe.

1693

G. Battista, maniscalco; sposa Vai Francesca.

1695

Giuseppe, celibe.

1702

Paolo; sposa Vai Maddalena di Giuseppe.

1709

Francesco, maniscalco; sposa, in 1ᵉ nozze, Delmastro Giov. Catarina del Sig. Giuseppe (1).

Figli:
1738

Tomaso, il Sacerdote.

1750

Giulia, sposata prima con Gianoglio e poscia con Torta suddetto.

/224/

35 D. Pietro Roggero, Vicario di Collegna, 1739

Egli è nato da Giuseppe Antonio, fu nob. Lodovico e da Anna M., il 29 Dicembre, Neo Sacerdote nel 1764, esercita prima il suo Ministero in Albugnano, poscia a Schierano e Mondonio; per Decreto 4 Marzo 1779 del Vicario Capitolare di Vercelli Boronzo del Signore e per dimissorie del Vescovo di Casale, è nominato Vicario amovibile di Cervotto, presso Verrua Savoia. Nel 1794 è traslato Vicario perpetuo di Collegna dello stesso luogo, dove «omnibus Sacramentis munitus, annos natus 72, obiit die quinta Decembris. Postea, translato eius cadavere Albugnani, patriae suae, ibi sepolturae traditum est prope januam majorem». – Arch. Collegna.

Con testamento, rog. Martini da Monteu, legava elemosine ai poveri ed anche il suo funebre anniversario in Collegna ed Albugnano. Il Casato di D. G. Pietro sopravvive nei fratelli Giovanni ed Evasio, fu Giuseppe, fu Giovanni, fu Michele, germano del D. Pietro (1).

36 Frate laico Luigi Serra, min. oss., 1753.

Al secolo Sebastiano, era figlio di Stefano, fu Francesco e di Lucia Viarisio, da Berzano. È del casato detto del Palas. Anche lui è un espulso dalla rivoluzione francese. Passava a miglior vita, benedictione populi, il 16 Luglio 1810, legando il suo funebre anniversario per quindici anni.

37 Frate Borello Gius. Ant., laico capp., 1758

È figlio di Giacomo Antonio e di Dom. Maria Ferrero. Ritiratosi anche lui in patria per necessità di cose, si addormentava nel Signore il giorno 13 Novembre 1S05. Il suo Casato è precisamente quello degli attuali Borello di Campolungo, essendo tutti discendenti da /225/ Giacomo, fratello del religioso, che generò Giovanni, Stefano, Antonio e Giacomo Antonio.

38 P. Massimo Felice Serra, francescano, 1754

Nacque dal Not. Giuseppe Tomaso e da Giov. Catarina Ferrero, da Buttigliera e venne battezzato dal Pievano di Pino D. Berardengo, di Valoira. Il suo giuramento religioso è in data 25 Maggio 1772; compie gli studi a Valenza e passa di famiglia a Rivarolo canavese. Ritiratosi in patria egli pure per espulsione, visse vita francescana, umile e penitente, quando Dio lo chiamava al premio dei giusti il 6 Gennaio 1824; il suo cadavere veniva seppellito nella tomba famigliare in San Pietro.

39 P. Giacomo Serra, minore riformato, 1760

Fratello del precedente, è figlio di due modelli di genitori cristiani. Il padre Tomaso era Notaio esatto e scrupoloso nella sua professione, pio ed inflessibile nell’osservanza dei doveri religiosi. Fu più volte Priore del SS. Sacramento e, zelante del culto di Dio e del decoro della Chiesa, era inscritto tra i Confratelli di tutte le Compagnie religiose. Morte immatura lo rapiva all’affetto del padre, dell’affezionata moglie e dei numerosi ed inconsolabili figli. La madre, donna prudente e forte, silenziosa e rassegnata, offrì a Dio la dura vedovanza per il maggior bene dei suoi figliuoli. L’amore, la stima e la venerazione che questa pia donna si guadagnò presso gli Albugnanesi, si manifestò nelle lacrime che ricchi e poveri versarono presso la sua bara nel 1789. Due figli, vestiti del ruvido saio francescano, sono il frutto della cristiana educazione di tanta genitrice.

Il P. Giacomo, da Torino, Chiesa degli Angeli, portò in Albugnano la sua facile e persuasiva eloquenza nelle Quaresime 1786-88-97. Purtroppo ebbe a subire lui pure la dura sorte dei tempi: espulso dai Conventi, /226/ si ritirò in Patria col fratello P. Massimo e sorella Rosalia nubile. Circa il 1809 tenne per alcun tempo la cura di Marmorito, S. Maria; poscia in Albugnano, fu Cappellano di S. Rocco, dopo la morte dello zio D. Giacomo.

Il 2 Agosto 1835, munito dei Sacramenti e della benedizione del popolo, passava all’eterno riposo e veniva seppellito nella tomba di famiglia in S. Pietro. Continuando lo stato di famiglia del N. 31, abbiamo ancora due generazioni segnanti la fine del Casato dei Serra Notai.

1718-63

Gius. Tomaso, di Ant. Filippo, Notaio; sposa Giov. Catarina Ferrero, da Buttigliera, † 1789.

Figli:
1750

Teresa Ang. M., sposata Stroppiana G. B., da Piovà.

1754

Massimo Felice, il religioso.

1760

Giacomo, il religioso.

1761

Delfina M., maritata Chirone Gaspare Not, di Vittorio, Ved. di Orsola Martini, da Masserano.

1764

Gius. Luigi Tomaso, postumo.

1756

Filippo Ant. Not. (1); sposa M. Luigia Giunipero, Contessa di Corteranzo.

Figli:
1782

Giuseppa, maritata G. B. Roggero, d’Albugnano.

/227/
1785

M. Teresa, maritata Giac. Cavallo, di Carlo, di Chieri.

1787

M. Irene.

40 Teol. Angelo Serafino, 1802

Discende dal numeroso Casato dei Serafino; il padre Giacomo, fu Giuseppe e fu Papino Ottavia, stando in casa del Conte Serra, quale agente, sposò Margarita Serra, fu Filippo, ivi pure addetta. I genitori, protetti anche dal Conte, seppero radunare una discreta fortuna, moltiplicata poscia dai loro figli fino a 200 giornate di terre. Il nostro D. Angelo studiò in Torino e si laureò nel 19 Luglio 1828. Nel 1845-48 stampò: De Deo, De Trinitate, De Angelis, De Homine, De Incarnatione e De Gratia, ristampati poi nel 1853-64. Fu Prof. di Università, dove alcune volte tenne le veci del Rettore ed, in fine fu Prof, di Teologia speculativa in Seminario.

Fu sacerdote pio e poi anche scrupoloso; quindi non è credibile il suo consenso ai famigliari perché acquistassero dal Municipio la casa annessa alla Chiesa di Vezzolano, casa indispensabile per l’esercizio del culto in tanto Santuario. Moriva santamente in Torino il 26 Gennaio 1887, legando in Albugnano il suo funebre anniversario.

Questa ricca famiglia ebbe vita per una sola generazione, estinguendosi il 4 Novembre 1927, colla morte della nipote nubile Camilla, di Avv. Giacomo Serra, fratello del nostro Teologo.

41 Conrotto nell’orig. Serra corr. a penna D. Tomaso Conrotto, 1816

È figlio di Carlo e di Anna Serra, cugino cognato del Teol. Serafino suddetto (N. 40), essendo sorelle le loro madri. Già d’anni 18 iniziò gli studi a Chieri; poi passò in Seminario d’Asti e venne ordinato nel 1846. Vir simplex, fu prima vice curato in Agliano e /228/ in Albugnano; poscia, dal 1864 al 1874, fu Cappellano alla Borgata Bianchi, di Villanova, dal qual luogo venne per sempre Cappellano in patria. Moriva il 27 Luglio 1895 ed era sepolto davanti alla Chiesa di S. Pietro. La nipote ed erede Teresa Serra ne fondava il funebre anniversario.

42 D. Virginio Roggero, Prev. di S. Michele, 1815

Era figlio del Veterinario Giacomo, fu Sig. Domenico e di Veronica Musso, da Castelnuovo e pronipote del D. Roggero (N. 35), fratello del Sig. Domenico. Egli però nacque a Schierano il 28 Agosto, dove l’avo erasi stabilito per ragioni di Matrimonio. Il padre Giacomo ritornò in Albugnano verso il 1826 e prese stanza in una casa attigua alla piazza, già spettante al ceppo dei Roggero, nob. Lodovico, poi al nipote Francesco e da questi, per istrumento 1770, passata al D. Pietro Roggero.

Virginio studiò in Asti, e, Sacerdote nel 1841, si fermò Vice Curato in Albugnano; di qui, l’11 Settembre 1843, andava Prevosto a S. Michele, per nomina Municipale e raccomandazione del Conte Teofilo Curbis di S. Michele. Era buon musico ed organista; su proposta del Ministro Villa, nel 1893, venne onorato del titolo di Cav. dei SS. Maurizio e Lazzaro e morì il 13 Dicembre 1895, lasciando fama di buon sacerdote.

Il suo unico fratello era telegrafista a segnali in Albugnano, durante la guerra 1847, indi fu addetto al telegrafo elettrico in Torino, dove sopravvive ancora l’unico figlio Candido.

43 Chierico Evasio Nebbia, 1837

Nacque il 2 Agosto da Giuseppe e da Sicco Rosa e venne chiamato Evasio perché fu tenuto al Fonte Batt. dal Prevosto Evasio Sartoris. Studente di Teologia in Asti, moriva in Albugnano il 14 Maggio 1860. Egli è zio paterno del Can. Nebbia (N. 46),

/229/

44 D. Giuseppe Barbero, Prevosto di Cortanze, 1841

Il padre è Antonio, fu Antonio e la madre Maria Nebbia, del ramo del Curato omonimo. Riceve il Presbiterato in Asti, il 26 Giugno 1868, ed è mandato vice curato in Cortanze, dove è parroco dal 1873 al 25 Dicembre 1915. Di carattere mite e remissivo, ebbe in Albugnano il ricordo d’un perpetuo funebre anniversario, fondato dal fratello Felice. Il cognome Barbero è scritto nel trattato di pace del 1290.

45 D. Benedetto Serafino, Giuseppino, 1873

Venne alla luce da Luigia Marchese, d’Aramengo e da Stefano, fu Giuseppe, fu Bartolomeo, fu Domenico, fu Bartolomeo, fu Domenico. Nel Casato dei Serafino è opera complicata il distinguere i diversi rami perché molti, prima del 1740, nacquero o morirono fuori d’Albugnano, quali coloni. Il D. Benedetto studiò presso i Giuseppini d’Asti e fu ordinato Sacerdote nel 1899. Dopo alcuni anni di vicecura a Frinco, nel 1903 venne mandato alla Madonna della Moretta, presso Alba, dove eresse una nuova Chiesa e Casa dei Giuseppini. Nel 1927, mentre trattavasi di elevare il Santuario a Parrocchia, con suo dolore e malumore dei Borghigiani, veniva trasferito ad altre mansioni.

46 Can. D. Carlo Nebbia, 1882

È figlio di Tomaso e di Mezzadonna Luigia, fu Ferdinando, da Villafranca d’Asti, e nacque il 12 Settembre in Cerreto, dove il padre era insegnante di elementari. Fece i primi studi ginnasiali presso i Giuseppini d’Asti; poi passò in Seminario; ordinato Sacerdote nel 1903, si fermò in detto Seminario ad insegnare grammatica, lettere, arte sacra, musica e scienze fisiche. Nel 1927 è nominato Canonico della Cattedrale. Per parte della madre ha due zii Sacerdoti e Parroci: uno, morto a Cerreto nel 1875; l’altro, morto a S. Marza- /230/ notto nel 1889. È anche nipote del Chierico Nebbia (N. 43) ed il casato è un antico laterale di quello del Curato Nebbia (N. 28), essendo il padre, Tomaso, figlio di Giuseppe, di Stefano, di Giovanni, di G. Antonio, fratello di Stefano, padre del nostro Curato.

47 Chierico Ambrogio Carossa, 1910

Chiude la serie chiericale Albugnanese, un seme sparso nel campo della Chiesa, una speranza che è per realizzarsi, un fiore che sta per sbocciare, un operaio che fa il primo passo nella mistica Vigna di Gesù. Nacque il 9 Giugno da Edoardo, fu Felice, fu Antonio, fu Felice, oriundo da Primeglio e da Cunegonda Casalegno, fu Ambrogio, da Moncucco.

Entrato in Seminario Diocesano nel 1922, vestiva l’abito chiericale l’8 Dicembre 1927, e, nello stesso giorno del 1932, riceveva la tonsura e gli Ordini minori.

[Nota a pag. 206]

(1) I Maiale erano d’Andezzeno e vennero in Albugnano verso il 1610 per uffici civili. L’Antonio era regolatore del Contado di Cocconato e riviera del Po in nome dell’accensatore generale Matteo Grondana; nel 1645 l’Antonio morendo lasciava debiti verso il Comune, per cui si fecero liti e sequestri. In Comune, negli anni 1634-42, si parla di certo Franc. Maiale da Torino, negoziante, imbroglione. Nel 1668 si trova auditore della R. Camera un Carlo Antonio Maiale. Da Albugnano si allontanarono col 1656. Torna al testo ↑

[Note a pag. 208]

(1) La Teresa Marchetti era figlia di Ignazio e di Teresa Platea da cui nacque Vittorio Amedeo. I Torrazza di Mondovì avevano tomba di famiglia nella ex Chiesa di S. Carlo; la Carlotta aveva un fratello, Carlo Filippo ed una sorella, Teresa, sposata nel 1774 con un Giussiana di Primeglio, titolo signorile acquistato per lire due mila dal Senatore Bartol. Giussiana e poscia elevato a Contea dal figlio Pier Luigi, il 1782. Torna al testo ↑

(2) Lo stemma dei Conti Serra era quello dell’antico Casato Serra: spaccato – di rosso sbarrato da sega, d’azzurro con stella; motto: manu, vi et mente. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 209]

(1) Sinodo di Mons. Caisotti, Vescovo d’Asti, 1785, è presente un Carlo, Giuseppe Curbis di S. Michele, prevosto della Collegiata di S. Secondo. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 211]

(1) Il Lomello Antonio, da Chieri, era nipote del Vicario omonimo di Vezzolano; morì il 1620 e con Lui si estinse in Albugnano il cognome Lomello. Torna al testo ↑

[Note a pag. 212]

(1) Il G. Colomba Avv. è detto da Fano. Altro G. Amedeo lasciava vedova Giulia Garagno che passava a seconde nozze coll’Avv. Bartolomeo Serra, Conte. Torna al testo ↑

(2) I fratelli Serra Domenico, Carlo e Vercellio diedero in vita esempio di ammirabili virtù domestiche e religiose. Nel 1655 fondarono il Beneficio ecclesiastico di S. Sebastiano; nel 1663, in un con Signorio Bartolomeo, rinunziando a crediti verso la Comunità, legarono presso la medesima Messe e Quaresimale. Il 12 Settembre 1672, desiderando che i loro figli vivessero in cristiana fratellanza, costituirono un Fide-Commesso per sé e loro figli, dal quale appare che, sebbene indivisi, vissero sempre in pace e mutua fiducia. Il 13 Ottobre 1718 per difetto di prole maschile del laterale Avv. G. B., le parti rinunciano e si dividono il Fide-Commesso. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 213]

(1) Il detto, Giacomo, premortogli il figlio e nipote, circa il 1800 adotta certo Carlo Serra, di Giuseppe, da Cavane, da cui sono discesi i Serra, detti eredi dal soprannome dato al Carlo. È probabile che tra adottante e adottato passasse una relazione di parentela, perché in ambi i Casati troviamo dei Bernardo. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 215]

(1) La storia dei Trinitari scalzi e calzati in Torino è alquanto confusa. In A. S. T. – Inventario dei Trinitari – si afferma che gli Scalzati vennero a Torino per atto 4 Novembre 1675 di Mad. Reale e si stabilirono nella Chiesa di S. Michele, vicina a porta Palazzo, ceduta poscia a loro dal Comm. di S. Michele delle Chiuse, con atto 27-X-1693. Secondo il Cibrario – Storia di Torino, pag. 339, i Trinitari scalzi, in data ignota, abbandonarono questa Chiesa malsana, come già fecero altri religiosi, e si rifugiarono in Via S. Francesco da Paola, poscia vicino a Piazza Carlina (cioè Convento e Chiesa di S. Michele) ora Maternità. L’attuale Chiesa però, opera d’arte di Mario Lodovico Quarino da Chieri, fu eretta circa il 1784 ed abbandonata dai Trinitari nella rivoluzione francese. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 216]

(1) Il Convento dei Cappuccini in Chieri era sulla strada di Pecetto, non lontano dalla città. Fu eretto nel 1582 ed il tutto venne distrutto dalla rivoluzione francese. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 217]

(1) I detti Novarese avevano uno zio paterno, Carlo Franc. Lazzarista o Signore della Missione, nato a Piazzo nel 1676 e morto Superiore della Casa in Casale il 25 Dicembre 1723, detto per errore d’Albugnano. Nel 1741 un D. G. Filippo Novarese, Priore di Piazzo, battezzava in Albugnano un Novarese e nel 1743 ripete ugual funzione un Giac. Franc. Novarese, Curato di Cocconito, a cui rinunzia nel 1774 e fa testamento rog. Demezzi in Cocconato. Dovevano essere prossimi parenti; cognome molto diffuso in Moransengo, ma i nostri erano oriundi di Piazzo, perché il padre era ivi proprietario. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 218]

(1) Casa Novarese aveva la pia consuetudine di far celebrare la novena dell’Immacolata, a cominciare dalla vigilia della festa; l’Avv. Carlo con testamento legava quest’onere agli eredi della sua sostanza. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 220]

(1) Il cognome Papino non si legge nel trattato 1290, ma è un antico Casato, non privo di benestare, perché in esso ci incontriamo col qualificativo di nobile cioè Signore. Sul principio del 1600 il Casato è già suddiviso in quattro rami cioè i fratelli nob. Tomaso 1611, Sebastiano 1609, G. Battista 1613, capostipite dei due Sacerdoti, e Giovanni capostipite del frate laico Stefano e degli odierni Papino dietro S. Sebastiano. In questo ramo di Papino Luigi di Giovanni, di Antonio, trovasi su carta uno stemma di cui fregiavasi, dice il D. Carlo Papino, un Pietro Papino della R. Accademia di Parigi, scudiere del Re di Francia, nel 1709 (libro V, pag. 29). Stemma: spaccato d’argento e nero, due spade rosse passanti in decusse o croce di S. Andrea, punte in basso; senza motto. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 221]

(1) I Caldera, menzionati in Albugnano già sullo scorcio del 1500, sono oriundi di Chieri. Nel 1644 è Messo Comunale Giacomo Caldara o Caldera; nel 1678 è Gabelliere Pietro Caldera e nel 1698 un Giuseppe Caldera è esattore. In Torino l’anno 1704 moriva Domenico Caldera e veniva sepolto nella Chiesa di S. Tomaso, dove ancora una lapide lo ricorda per aver lasciato cento doppie per una Messa «pro qualibet secunda feria ut ad aram Domini in aeternitate viveret». La sepoltura del nostro D. Pietro nella stessa Chiesa, fu prova della parentela col detto Domenico, cui credo nato in Albugnano nel 1626 dal Messo /222/ Comunale Giacomo e da Maria e nel cui Battesimo è padrino un nob. Bobbio di Chieri, possidente in Albugnano. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 223]

(1) Questo Giuseppe, detto nobile, era agente dei Signori di Pogliano ed aveva sposato nel 1714 Margarita Serra (ved. n. 23); morendo nel 1751 disponeva che si vendesse il suo cavallo ed il prezzo venisse impiegato in celebrazione di Messe. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 224]

(1) Nel 1730 in Vallana non c’erano che due fratelli, Giov. Antonio, sposato Elisabetta Conrotto, e Giuseppe Antonio sposato Anna Maria, entrambi figli di nob. Lodovico. Torna al testo ↑

[Nota a pag. 226]

(1) Questo Filippo Ant. chiuse miseramente la rinomata serie dei Notai Serra di Albugnano: morta la sua buona mamma, diventò l’uomo della Rivoluzione e finì i suoi giorni in odio a Dio ed agli uomini. Nel 1793 alienatosi gli Albugnanesi, per le sue spavalderie ed anormalità, andò a stabilirsi a Robella, dove gli morirono i suoi figli maschi. Da Robella veniva spesso in Albugnano per uffici di Notaio e di Segretario Comunale. Nel 1794, come depose il Papino detto Giulia, diede in Albugnano, da buon sans culotte, un ballo all’adamitica. L’ira di Dio lo colpiva: in breve consumò la sua salute ed il suo patrimonio, i fratelli religiosi lo rigettarono, la moglie lo abbandonò, le figlie non erano in caso di soccorrerlo; reietto da tutti, lo accolse D. Forno, Parroco di Cerreto, suo congiunto, ma previa una pubblica ritrattazione. Moriva in Cerreto nel 1815. nella buona età d’anni 59, ma da nessuno compianto. La casa dei Notai Serra era in Canton Porta Nova, la prima a sinistra dal Gelsomino verso la Parrocchiale. Torna al testo ↑