Libro dei Miracoli
di Santa Fede
Trad. Maurizio Pistone

Libro I

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23.

Il falco ritrovato

Gli abitanti del luogo chiamano, nella semplicità della loro mente, “scherzi di Santa Fede”, alcuni piccoli miracoli che avvengono, con l’aiuto di Cristo, così spesso, che non ci sono narratori sufficienti per raccontarli tutti; e se vengono narrati, sono difficili da credere per il loro carattere insolito. Ma la verità non può essere tanto facilmente soffocata o spenta, anzi, quanto più duramente è lacerata dalla perfidia degli increduli, tanto più efficacemente acquista forza e vigore per perseverare. E come una lucerna ardente urtata dalla forza di crudele tempesta brilla con maggior corona di raggi, così anche la verità fra lo strepito dei detrattori procede dritta verso l’alto, e quanto più viene contrastata, tanto più acquista argomenti, dai quali difesa e rafforzata esce in più ampia luce di conoscenza umana. E se pure ci fossero quelli che non voglio credere a queste cose, che me ne importerebbe? Dio, che compie queste opere, e mi chiamò a questo compito, sa bene chi, dove e quando potrà credere queste cose, e trarre profitto da questa fede, e per quanto moltissimi in questa pessima epoca abbiano deviato dall’antica religione, degenerando nell’inseguire i propri desideri, il creatore di tutte le cose bone non permette che passino i secoli e i tempi senza la testimonianza della sua bontà, e ancora oggi per mezzo dei suoi santi, per quanto sempre più raramente, a causa dei peccati degli uomini, non manca di compiere le grandi opere del suo valore. E siccome è dotato di investigabile e infinita sapienza, così anche la qualità delle sue virtù non può essere compresa da chicchessia senza che Egli faccia cose nuove e inaudite. E come dice Boezio1, non è possibile comprendere con la mente né spiegare a parole l’insieme dell’agire divino. Ma ora noi che ci siamo proposti di piccole cose, se si può dire, degli scherzi di Santa Fede, riportiamo la penna che divagava al nostro proposito.

Vicino a Conques abitava un certo cavaliere, di nome Geraldo, di cui abbiamo già fatto menzione a proposito del miracolo del mulo2. Essendo abilissimo in ogni arte militare, chiese in prestito al suo signore, il conte di Rodez3, un bellissimo falco. Costui accettò subito la richiesta, chiedendogli però di firmare un accordo, per cui se avessee perso il falco sarebbe stato privato di ogni beneficio. E su questo erano tutt’e due d’accordo. Quello, più astuto, contava in questo modo di saziare la sua sete di possesso impadronendosi dei beni altrui; questo, perché contava di avere, anche se per breve tempo, l’onore di un simile uccello. Ma questo Geraldo prima di tornare a casa sua, fece una deviazione nelle campagne intorno ad Albi. E qui il falco, una volta liberato, rotto il legaccio, sparve per il vasto cielo. Lo inseguì a lungo, senza riuscire a farlo tornare indietro; alla fine stremato se ne tornò a casa, terribilmente afflitto. Gli era ben nota la crudeltà del suo spietato signore, e la sua ira implacabile. Povero me, diceva, in che brutto guaio sono capitato! Ora mi tocca subire la ferocia di un signore così implacabile! Che vergogna e disonore! Non potrò evitare di ridurmi con somma ignominia in totale povertà! Mi toccherò vedere quel giorno in cui privato di tutti i miei beni tutti coloro che mi vogliono male mi tratteranno come un mendicante!

I suoi domestici gli stavano intorno, cercando di lenire la sua sofferenza, gli indirizzavano parole di consolazione, ma lui non li ascoltava, e non poteva avere pace; e lamentandosi in modo straziante, non volle toccare cibo e restò digiuno fino a sera.

Alla fine la sua buona moglie gli disse con coraggio: Perché, anima mia, ti affliggi? Perché ti rodi? Perché ti lasci andare al pianto? Perché lugubremente cacci dal tuo volto il sorriso? Perché continui inutilmente a versare lacrime su un danno ormai irreparabile? Piuttosto, fai voto di andare domani, a piedi nudi e con grande offerta di cera, da Santa Fede, e credo che Dio ti aiuterà. Fatti quindi coraggio, conforta il tuo cuore, e fidati, per i suffragi di Santa Fede potrai guadagnarti la misericordia di Dio. Asciugati la fronte, rasserena il volto, e siediti in mezo ai tuoi a cena con la letizia di sempre. Non è difficile a Dio fare in modo che tu possa rialzarti più felice. Non ti sembra che la tua moglie assennata ti stia dando dei buoni consigli? Nella disgrazia non c’è nulla di peggio dell’afflizione.

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Il marito si sentì sollevato da queste parole; dopo aver pronunciato solennemente un voto molto generoso, si sedette a tavola senza più nessuna tristezza, e sentendosi così riconfortato per volontà divina, cominciava già a presagire la gioia imminente. In quel momento, meraviglioso a dirsi! un’oca domestica entrò a volo da fuori e portò scompiglio fra i convitati. E dietro l’oca, subito il falco, che era perduto, entrò nella sala da pranzo, avventandosi sopra di essa. E fu un miracolo straordinario, poiché il volatile venendo da un paese lontano arrivò, come se lo facesse apposta, in un luogo che no aveva mai conosciuto. Che gioia, che allegrezza! Quante lodi rivolte al cielo! Al di là delle aspettative del signore, tornava la speranza di recuperare i beni, e s’innalzava la glorificazione del miracolo.

Il giorno successivo andò a rendere grazie per la bontà di Dio, e a sciogliere il voto fatto a Santa Fede.

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