Vita e missione del
Mons. Francesco Cagliero IMC
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3. Lettera pastorale di Monsignor Francesco Cagliero
prima di andare in Europa per un breve tempo, anno 1934

Missione Cattolica Romana
Tosamaganga
Solennità di Pasqua, 1934

A tutti i cristiani della missione d’Iringa

Cari figli Cristiani,

Vi comunico che mi hanno chiamato in Europa, vado non perché l’ho voluto io, mi chiamano i miei superiori e quindi debbo ubbidire.

Allora, partire senza salutarvi? Non sarebbe bello! Ho ritenuto giusto comportami come fa il padre della famiglia che saluta i suoi figli quando parte per un lungo viaggio. Questo padre raduna i suoi figli e fa conoscere ciò che gli sta a cuore in quel momento. Anch’io faccio lo stesso.

Per questa lettera vi radunerà nelle vostre chiese; i vostri sacerdoti vi leggeranno, è come un testamento spirituale del padre che si avvicina alla morte e vorrebbe che i suoi figli non lo dimentichino. Parto ma non lo so se ci ritornerò in mezzo a voi. Avete un bellissimo proverbio tra i wahehe che dice: “l’uomo sa quando parte, ma non lo sa quando vi ritornerà”.

Dunque ascoltatemi:­

  1. La prima raccomandazione: abbiate la devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù. Questa devozione è bella e ha una grande utilità spirituale che fu promessa dallo Stesso Nostro Salvatore Gesù Cristo. Egli stesso ci elargisce le sue grazie della nostra salvezza, soprattutto quando riceviamo la Santissima Eucaristia ogni primo venerdì del mese per nove mesi di seguito. Rafforziamo la nostra devozione facendo il nostro affidamento al Sacratissimo Cuore di Gesù in modo singolare nel mese di giugno a Lui dedicato.
  2. La seconda raccomandazione: la devozione alla Beata Vergine Maria, madre di Dio e madre nostra. Siamo certi che se abbiamo la vera devozione alla Beata Vergine Maria, non ci perderemo in eterno. Lei diede il suo Figlio per noi, soffrì col suo Figlio per la nostra salvezza; accettò per essere madre di Dio e madre nostra. Fece tutto questo per il nostro bene. Pertanto essendo madre di Dio, ha il potere di darci le grazie che noi desideriamo. Come nostra madre, Maria ci ama molto, con l’amore che i genitori hanno verso i loro figli. Amate cari figli la preghiera e le buone opere. Lei ci darà l’aiuto se noi ci affidiamo al suo aiuto materno. Pregate ogni giorno il Santo Rosario e in modo speciale nel mese di maggio a lei dedicato.
  3. La terza raccomandazione: È sulla devozione a San Giuseppe, padre custode e putativo del Nostro Signore Gesù Cristo, quando era ancora bambino. Noi per davvero lo chiamiamo padre perché anche lui come Maria, ha partecipato all’opera della nostra salvezza. Se ci sforziamo di piacergli con la preghiera e con le buone opere, ci custodirà qui sulla terra vivendo al sicuro e alla fine ci porterà con lui al cielo.
  4. La quarta raccomandazione: la devozione ai Santi Saverio e Teresa del Bambino Gesù. Questi santi, sono stati scelti dalla Chiesa ad essere patroni di tutte le missioni, aiutano i missionari nella loro fatica di trasmettere la fede cristiana in tutto il mondo. Ben sapete l’impegno che fecero per quando riguarda tutta l’attività missionaria. San Saverio era un missionario che convertì più di un milione di persone. Santa Teresa invece pur essendo malata immobile e coricata sul suo letto, pregava sempre per i missionari sostenendoli spiritualmente. Tutti noi siamo missionari e quindi dobbiamo invocare questi due santi affinché ci aiutino nella nostra opera missionaria. La Chiesa Cattolica deve arrivare a tutti e per questo si chiama cattolica cioè universale, riempiamo il nostro paese con degli insegnamenti della fede cattolica, perché tanti possano essere battezzati, per essere un solo gregge con un solo Pastore Gesù Cristo Nostro Signore.
  5. La quinta raccomandazione: riguarda l’obbedienza ai nostri pastori. Chi sono i nostri pastori? Sono tutti i nostri sacerdoti, i monaci (brothers - bruder), e le monache (sisters) senza preferenza perché tutti dedicano la loro vita per il bene dell’Unica Chiesa e cioè ci aiutano a raggiungere il nostro cammino della salvezza. Però bisogna ubbidire anzitutto all’arciprete della missione (parroco), perché egli è il nostro pastore, siamo stati affidati a lui per essere guidati giorno e notte, ci nutre con degli insegnamenti cristiani, con i sacramenti e con le sue benedizioni. Perché possa compiere tutto questo, voi le sue pecore dovete obbedirgli, amarlo, rispettarlo ed ascoltare attentamente la sua parola. Ricordatevi che: la pecora che sta sempre vicino al suo pastore rimane sempre sazia, non ha nessuno preoccupazione, al contrario, la pecora che si allontana dal suo pastore morirà di fame, si mette nei pericoli e verrà sbranata dai lupi e dai leoni. Il cristiano che ascolta con attenzione la parola del sacerdote suo pastore è al sicuro, sarà sempre sazio, il suo contrario e cioè se avrà il duro cervice, si perderà in eterno.
  6. La sesta raccomandazione: la dedizione alla trasmissione della fede. La fede cristiana è la vera fede. Noi crediamo così senza nessun dubbio. Perciò se è così, cosa dobbiamo fare? Restiamo senza fare niente? Niente affatto! Bisogna impegnarci nel trasmettere la nostra fede ovunque, è un impegno per tutti noi cristiani. Noi sacerdoti e suore siamo venuti dall’Europa proprio per questo motivo, per trasmettere la fede cattolica. Facciamo questo lavoro perché amiamo sia Dio che Voi. Ma questo compito non tocca esclusivamente noi sacerdoti e suore, bensì impegna tutti i cristiani a partire dal battesimo. Una volta la fede ricevuta va condivisa con gli altri, ecco il desiderio di portare agli altri ciò che crediamo per condividere la gioia del Signor Risorto. Dunque, ringraziamo il Signore e sforziamoci nel fare tutto il possibile affinché arrivi anche agli altri questa fortuna della salvezza. Dio sia lodato ed esaltato, conosciuto, amato e servito da tutte le genti.

Gesù ha versato il suo Sangue e ha dato la sua vita per tutto il genere umano e pertanto, tutta l’umanità è chiamata ad entrare in questa fede cristiana. Chi farà questo lavoro faticoso e allo stesso modo prezioso? Verrà fatta da tutti i cristiani secondo le loro forze, ricchezze e secondo le loro intelligenze. Nella misura in cui cerchiamo di compiere questo lavoro, Dio Stesso ci ricompenserà. Esistono tante forme nell’aiutare l’opera missionaria:

  • Iscriversi nella congregazione della trasmissione della fede (Propaganda Fide), contribuendo qualche soldo secondo il guadagno personale, dando almeno 50 scellini che saranno destinati alla formazione catechistica e alle scuole che preparano i bambini che si preparano al battesimo (Catecumeni).
  • Narrando la nostra fede ad altri, e cioè i nostri amici e non solo, attirandoli pian piano ad entrare nella Chiesa Cattolica.
  • Visitando gli ammalati, soprattutto perché non muoiano senza battesimo.

Cari figli, ci sono tante altre vie per trasmettere la fede, ogni cristiano scelga quella via più consona secondo le sue capacità. Se ci impegneremo tutti nell’evangelizzazione, tra non molti anni tanti nostri fratelli e sorelle diventeranno cristiani come noi e si compirà quella preghiera di Gesù al suo Padre: affinché siano un solo gregge con un Solo Pastore.

In fine, parto per l’Europa non per scelta propria , bensì perché sono chiamato dai miei superiori come vi dicevo prima. Seguite le mie raccomandazioni che vi lascio come mio testamento spirituale a voi; ricapitolo:

  • La devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù;
  • La devozione alla Beata Vergine Maria;
  • La devozione a San Giuseppe:
  • La devozione ai Santi Saverio e Teresa del Bambino Gesù;
  • L’obbedienza ai pastori e
  • L’impegno di tutti i cristiani all’evangelizzazione.

Questi sei punti sono un riassunto di tutti gli insegnamenti che vi ho dato in questi dodici anni nel quale sono stato pastore in mezzo a voi. Ringrazio ciascuno di voi per il rispetto, l’obbedienza e tanti lavori missionari che avete fatto insieme a me. lo ho seminato in voi i semi della fede; ho scoperto che in voi c’è una buona terra; i semi sono germinati e già da ora portano frutti, tante persone credono, rendo grazie a Dio che ha benedetto il nostro lavoro missionario. Parto per l’Europa da un lato con gioia e dall’altro lato col dolore. Sono felice perché mi rendo conto che la fede si è diffusa abbastanza in questa terra d’Iringa, e spero che tanti si convertiranno al Cattolicesimo. Provo dolore perché lascio voi miei cari figli che vi ho generati nella fede, e non lo so se ci rivedremo.

Perciò vi saluto e vi benedico tanto: Dio scenda le sue benedizioni su di voi, sui vostri figli, e sui vostri averi e che stiano al sicuro.

Ci rivedremo nuovamente
Qui sulla terra o in paradiso
Sia lodato Gesù Cristo
Sono io il nostro vescovo


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