Vita e missione del
Mons. Francesco Cagliero IMC
Documenti

Vai al Menu principale ☰

4. Morte e funerali di Francesco Cagliero

La morte di Mons. Francesco Cagliero (IMC)

Il reverendo padre Giacomo (Jacob) Cavallo (IMC) che era il padre superiore dei padri missionari della Consolata di Tosamaganga di allora, scrisse così a proposito della morte di Mons. Francesco Cagliero, al Padre Generale del loro Istituto a Torino (Italia).

23 ottobre 1935

Inizia a scrivere così: “Il reverendissimo Mons. Francesco Cagliero non c’è più!”. Mons. Francesco ricevette un telegramma dal reverendissimo Mons. Riberi (visitatore apostolico), dopo aver visitato la parte del sud della prefettura d’Iringa che era sotto la guida dei “missionari tedeschi benedettini”, quel telegramma invitava Mons. Cagliero di andare a prendere quell’ospite cioè Mons. Riberi a Lupembe nella terra dei Wabena, nell’occasione in cui veniva a fare la visita apostolica anche alla prefettura d’Iringa.

Padre Cavallo continua a scrivere, Mons. Francesco Cagliero partì in macchina da Tosamaganga, di buon mattino lunedì per Lupembe (Njombe) il 21 ottobre 1935 per raggiungere il suo ospite Mons. Riberi. Il giorno dopo, Mons. Francesco ritornava a Tosamaganga col suo ospite per Kipengere e finalmente arrivarono a Ujewa. Dopo un cammino di pochi chilometri arrivarono nella zona che si chiama Mdandu (nella terra dei Wabena), vicino la missione dei protestanti di Ilembula, all’improvviso ebbero l’incidente e la loro macchina si rotolò due volte e Mons. Francesco fu buttato fuori dalla macchina e venne colpito la testa e si fece male anche la gamba sinistra. Mons. Riberi si fece male pochissimo e subito uscì dalla macchina e si avvicinò a Mons. Francesco Cagliero steso per terra e gli diede l’assoluzione. Fra pochi minuti, Mons. Cagliero moriva consegnando la sua anima a Dio. Era le tre del pomeriggio, del martedì il 22 ottobre 1935. Reverendo Cavallo, continua a scrivere dicendo che, il padre generale del nostro istituto dopo aver ricevuto questa notizia dolorosa, disse ai suoi missionari: “Chi non ricorderà per sempre la figura onorifica di Francesco il missionario instancabile? Mons. Francesco Cagliero, rimarrà sempre nella nostra memoria come la statua di «bonus miles Christi»”. Il soldato combattente dall’inizio, che ha combattuto coraggiosamente fino alla fine. Disse ancora il padre generale; “ho perso il mio padre e il mio grande benefattore. A casa mia ho un gran lutto come se avessi perso due figli in tre giorni. Pertanto, questo grande lutto non riguarda solo me e i missionari della consolata, lo è anche per tutta la tribù dei Wahehe”. Ricevevamo tante condoglianze dai capi dello stato della Tanzania e dai capi delle altre religioni e davano delle offerte di soldi per la celebrazione delle sante messe in suffragio del defunto Mons. Francesco Cagliero. Egli moriva all’età di circa sessanta anni.

← Torna all’Indice dei Documenti    Torna all’inizio della pagina ⇧

Vai al Menu principale ☰

I funerali di Mons. Francesco Cagliero: Tosamaganga

Lettera del reverendo Padre Michele Musso IMC al Padre Generale dell’Istituto dei Padri della Consolata, a Torino - Italia

Padre Michele Musso il superiore della missione di Tosamaganga, in quel tempo scrisse: "abbiamo scritto la lettera informandovi che abbiamo fatto i funerali del nostro caro Francesco e che abbiamo fatto una celebrazione straordinaria, molto rispettosa e apprezzata da tutti. Meritava questo onore e riconoscenza per il lavoro missionario che ha fatto in tanti anni in questa terra d’Iringa all’insegna della fedeltà e dell’instancabilità apostolica".

Nel momento dei suoi funerali, ha partecipato tanta gente da ogni stato di vita, sia gli europei che gli africani; gente proveniente da vicino e da lontano. Prima che arrivasse la macchina che portava la sua salma, fu sparsa la notizia in tutta Iringa e fuori Iringa sulla sua morte, la notizia ha portato un gran lutto a tanta gente. La notizia della scomparsa di Mons. Francesco portò un grande dolore sia ai ragazzi che alle ragazze studenti della scuola di Tosamaganga che abitano nel collegio (bweni) e hanno pianto molto per lui. Questa notizia ha continuato a diffondersi da un villaggio all’altro. È venuta tanta gente qui a Tosamaganga e la Chiesa pur essendo grande non ha fatto sì che entrasse tutta la gente, altra gente è rimasta fuori. Ognuno aveva il desiderio di vedere il suo corpo e rendere l’omaggio, soprattutto le persone più grandi.

Come è l’abitudine, dopo aver fatto l’autopsia, il suo corpo è stato vestito con dei paramenti vescovili, per poi essere messo nella cassa e subito portato in chiesa. La gente ha fatto una grande e bella processione con la sua salma presso la chiesa e lì si sono fatte delle preghiere e delle veglie per tutta la notte. Sono stati presenti non soltanto i padri della Consolata ma anche gli studenti sia ragazzi che ragazze, le suore di Santa Teresa del Bambino Gesù, le suore della Consolata e tanti cittadini.

Giovedì 24 ottobre 1935, dopo esser state celebrate tante sante messe, alla presenza della salma di Mons. Francesco Cagliero, alle ore nove del mattino, abbiamo celebrato la messa per i funerali. La grande chiesa della parrocchia di Tosamaganga era riempita di una moltitudine di gente e persino la chiesa non riuscì ad accomodare tutta la gente e quindi altra gente rimase fuori, comunque seguendo molto bene la funzione. Vi ha partecipato persino il presidente della regione d’Iringa, tanti ufficiali del governo, i protestanti, e tanta gente dalla città d’Iringa che è cattolica. Hanno partecipato anche alcuni capi della religione Indù anche dei Musulmani, ed è stato presente anche il principe Adam Sapi il figlio di Mkwawa che era il re (Mtwa) dei Wahehe. Dopo la santa messa e i funerali, le suore teresine hanno sistemato sulla sua tomba una bellissima corona.

Le ragazze che abitano al collegio (bweni), hanno messo anche loro sulla tomba di Mons. Francesco dei fiori come segno del loro amore e del loro dolore. Dopodiché, il reverendo padre Francesco Saverio Sciolla ha preso la parola esortando ai presenti nella lingua Kiswahili, pregandoli che dopo la scomparsa del loro pastore, devono rimanere fedeli a ciò che il defunto Mons. Francesco Cagliero gli insegnò. Ha continuato a spiegare padre Sciolla che, coloro che hanno sviato gli insegnamenti della loro fede non si scoraggino, bensì, riprendere il loro cammino seguendo l’invito del loro pastore defunto Cagliero finché un giorno si ritroveranno insieme e con gioia in paradiso.

Il pianto per Cagliero è stato così grande, abbiamo visto piangere persino il principe Adam Sapi con delle lacrime di dolore come se fosse un bambino. Il principe Sapi ha detto che, la morte di Mons. Francesco Cagliero è stata una grande perdita non solo per il principe ma anche per tutta la tribù dei Wahehe e tutta la popolazione di Iringa. Sapi ha espresso il suo sentimento dicendo che, si è sentito perdere il suo grande benefattore spirituale, perché riceveva da Mons. Francesco Cagliero tanti consigli di una sapienza inesauribile. Insomma ha affermato che Mons. Francesco era un uomo di Dio che aveva una grande umanità.

⇦ Torna alla pagina su Santi e Religiosi delle nostre terre    Torna all’inizio della pagina ⇧