L’unico documento certo su questo vescovo è una lettera inviata nel 451 a papa Leone Magno. In questa lettera Grato si dichiara inviato di Eustasio, primo vescovo di Aosta, presso il Concilio Provinciale di Milano, per discutere la questione teologica delle due nature in Cristo. In questa sede si decise di sostenere la tesi poi approvata dal Concilio Ecumenico di Calcedonia, tenutosi in quello stesso anno 451, dove fu condannata l’eresia monofisita. Alla morte di Eustasio, Grato fu nominato vescovo di Aosta. Si suppone che entrambia fossero di origine greca, e che abbiano studiato nel cenobio di Vercelli fondato da Sant’Eusebio.
Non sono invece attendibili le notizie scritte in un panegirico del XIII secolo, che fa di San Grato un contemporaneo di Carlo Magno.
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Nota sull’eresia monofisita
La questione, discussa animatamente verso la metà del V secolo, nasceva in gran parte da un’incomprensione verbale. San Cirillo di Alessandria e Severo di Antiochia sostenevano che in Cristo esiste un’unica natura, nel senso di un unico soggetto operante e responsabile; questo in contrasto con l’eresia nestoriana, già condannata nel Concilio di Efeso del 431, che invece attribuiva a Cristo una doppia personalità.
Alcuni teologi interpretarono questa tesi come la negazione della natura umana di Cristo; il Concilio di Calcedonia del 451 enunciò la dottrina di Cristo unica persona in cui coesistono due nature, umana e divina. Tale formulazione non fu accettata da un largo schieramento di ecclesiastici, prevalentemente appartenenti alla scuola teologica di Alessandria, che godevano anche di appoggi nella corte imperiale; ne sorse un conflitto che durò fino alla fine del secolo successivo, con disordini violenti e reciproche scomuniche. Questo stato di disordine è considerato dagli storici una delle cause del facile successo dell’invasione islamica in Egitto.
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Nella tradizione popolare l’evento centrale della vita di San Grato rimane un pellegrinaggio in Palestina, durante il quale scoprì miracolosamente la testa mozzata di San Giovanni Battista. Secondo alcune versioni della leggenda, la reliquia gli comparve miracolosamente librata in aria sopra l’imboccatura di un pozzo dove era rimasta nascosta per secoli.
La protezione di San Grato è invocata contro locuste, bruchi e altri animali nocivi dei campi. La protezione contro la grandine e altre avversità naturali è nella leggenda associata alle avversità che il Santo dovette affrontare nel viaggio dalla Palestina all’Italia per portare la famosa reliquia. È spesso raffigurato mentre salva i raccolti dalla grandine, facendo precipitare la tempesta dentro un pozzo. Per tutti questi motivi San Grato è uno dei santi più venerati nel mondo contadino.
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