Preghiera quotidiana per i monaci del Medioevo era la lettura dei Salmi. Da tale pratica devozionale, che richiedeva una conoscenza almeno approssimativa del latino, erano esclusi i monaci più ignoranti, i quali la sostituivano con la recita ripetuta dell’Ave Maria e del Padre Nostro. Già il Venerabile Beda aveva suggerito ai fraticelli di tenere il conto delle orazioni per mezzo di grani infilati in uno spago. Di qui nacque la pratica del Rosario, che secondo la leggenda la Vergine Maria stessa raccomandò a San Domenico Guzmán per fortificare i fedeli nella lotta contro l’eresia albigese.

A tale pratica, vivamente sostenuta da Pio V, domenicano assai devoto a Maria, fu attribuito il merito della vittoria navale delle forze cristiane contro i turchi avvenuta a Lepanto fra il 7 e l’8 ottobre 1571. La festività, originariamente detta di “Santa Maria della Vittoria”, divenne con Gregorio XIII la festa di “Santa Maria del Rosario”, e fissata definitivamente al 7 ottobre da San Pio X nel 1913. La festa compendia tutte le feste della Madonna e insieme i misteri di Gesù, ai quali Maria fu associata, con la meditazione di quindici momenti della vita di Maria e di Gesù.
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