Serva di Dio Margherita Occhiena (1788-1856)
Inizio del Processo di Beatificazione: 8 Febbraio 1995
Nasce il 1° aprile 1788 a Capriglio (AT), e il giorno stesso viene battezzata nella chiesa parrocchiale. Rimane al paese fino al matrimonio, celebrato qui con Francesco Bosco; poi passa ai Becchi. Alla prematura morte del marito, la ventinovenne Margherita si trova ad affrontare da sola la conduzione della famiglia in un momento di grande carestia, ad assistere la mamma di Francesco e il di lui figlio Antonio; poi a educare i suoi figli Giuseppe e Giovanni. Donna forte, dalle idee chiare, determinata nelle scelte, con un regime di vita sobrio, nell’educazione cristiana è severa, dolce e ragionevole. Cresce tre ragazzi dal temperamento molto diverso: ma non livella e non mortifica nessuno. Costretta a fare scelte talvolta drammatiche (come l’allontanamento da casa del figlio minore per non rompere la pace e per farlo studiare), asseconda con fede, saggezza e coraggio le propensioni dei figli aiutandoli a crescere nella generosità e nella intraprendenza. Accompagna con particolare amore Giovanni fino al sacerdozio e poi, lasciando la cara casetta del Colle, lo segue nella sua missione tra i giovani poveri e abbandonati di Torino. Qui per dieci anni, la sua vita si confonde con quella del figlio e con gli inizi dell’Opera salesiana: è la prima e principale Cooperatrice di don Bosco; con bontà fattiva diventa l’elemento materno del sistema preventivo; è, senza saperlo, "confondatrice" della Famiglia salesiana che crea santi come Domenico Savio e Don Rua. Illetterata, ma piena di quella sapienza che viene dall’alto, è stata l’aiuto per tanti poveri ragazzi della strada, figli di nessuno; ha messo Dio prima di tutto, consumandosi per Lui in una vita di povertà, di preghiera e di sacrificio. Muore a 68 anni, a Torino, il 25 novembre 1856. L’accompagnano al cimitero tanti ragazzi che la piangono come "Mamma".
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Don Mario Caustico Martire (1913 - 1945)
Oggi sarebbe alla soglia dei 90 anni, probabilmente un arzillo... vecchietto, chissà, magari con tanti aneddotti e tante cose da raccontarci così come amano fare le persone di una certa età. Parliamo di un salesiano coraggioso il cui nome, Don Mario Caustico, appartiene alla lista dei 66 Martiri ed ai sanguinosi fatti accaduti nell’Aprile 1945 a Grugliasco.
Astigiano di Capriglio, nato in Frazione Gaià il 14 settembre 1913 dal padre Giorgio, mezzadro, e dalla madre Vigna Giovanna, era il più piccolo di tre fratelli. Don Caustico proveniva da una povera famiglia contadina, ma con profonde radici religiose che condussero il giovane Mario a seguire Don Bosco. Aveva un particolare attaccamento alla mamma, morta nel '44. Perduto il papà a 11 anni, la mamma era diventata il centro di tutti gli affetti.
Venne ordinato sacerdote il 3 luglio 1938 a Torino, in Maria Ausiliatrice ed ebbe così inizio la sua missione di salesiano: prima tra i giovani di Avigliana, poi Valdocco, quindi Courgné, infine ancora a Torino in borgata Monterosa. Ma ecco i giorni della guerra e una particolare proposta giunta dai suoi superiori: divenire cappellano di una formazione partigiana. La sua decisione fu rapida e convinta. Così il giovane Mario raggiunse i monti della Val di Susa, andando a stabilirsi con un gruppo di partigiani.
Alloggiava in una modesta baita ed esercitava il suo Ministero nelle varie frazioni della zona. Temprato, infaticabile, si spostava continuamente da un reparto all’altro, recando il suo incoraggiamento ed il suo conforto. Fino a quando nell’Aprile del '45 giunse il tanto atteso dispaccio contenente l’ordine di marciare su Torino.
I fatti che seguirono sono storia ormai nota (o quasi...): il suo personale offrirsi per la trattativa con i tedeschi, le sua cattura, le ripetute violenze che subì, il coraggio e la fierezza di fronte ai militari germanici, infine la sua morte avvenuta con la sua fucilazione nei pressi della chiesetta di San Giacomo in quella mattinata troppo sanguinosa del 30 Aprile 1945.
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Suor Vera Occhiena Martire (1922 - 1982)
Suor Vera Occhiena, salesiana, nata a Capriglio (AT) il 6 settembre 1922 era lontana parente di Mamma Margherita.
Entra a 25 anni tra le Figlie di Maria Ausiliatrice, si distingue subito per vivacità ed intellettualità.
Alla Laurea in letteratura aggiunge altri titoli di studio tra i quali abilitazione in lingue e letteratura francese, diploma di assistente sociale e orientatrice scolastica, specializzata in psicologia, laurea in teologia e diploma d’inglese a Cambridge.
Pur desiderosa di partire per le missioni, accettò di rimanere in Italia quale insegnante nelle scuole superiori collaborando al tempo stesso alla redazione della rivista Primavera Nel 1959 venne destinata a Lins, in Brasile dove insegnò per diversi anni alla facoltà “Auxillium”, diretta dai salesiani.
Rientra in Italia nel 1966, accolse con gioia la destinazione in Mozambico come insegnante ed assistente nel liceo “Maria Ausiliatrice” a Namaacha.
Così fino al 1975 quando, con l’accesso all’indipendenza, il nuovo regime di ispirazione marxista incamerò e nazionalizzò le scuole e i collegi tenuti dai religiosi. Molti missionari furono costretti a lasciare il paese, ma per Suor Vera questo non avvenne. Richiesta dal governo quale insegnante in un liceo di Maputo, attese al delicato incarico con slancio e la dedicazione di sempre, cattivandosi la simpatia e l’affetto degli studenti e degli insegnanti stessi.
Diviene Superiora delle suore addette al servizio del convitto governativo “Santa Maria”, dove decine di ragazze impiegate in città trovano vitto e alloggio, accetta di sostituire una consorella inferma nella vigilanza notturna alle convittrici.
Nella notte tra il 31 maggio ed il 1° giugno fu aggredita mortalmente da ignoti mentre riposava nel suo letto, in una cella tra le due camerate delle convittrici.
Corpo del delitto, un blocco di cemento tolto dal gradino della casa. Un colpo assestato tra la nuca e le tempie le aveva tolto la possibilità di muoversi e chiedere aiuto. Il giorno seguente, alla scoperta dell’accaduto, Suor Vera era ancora viva, ma non più in grado di rispondere alle cure dei medici. Moriva alle prime ore del 2 giugno 1982.
a cura di
Giovanni Carlo Barberis
Sindaco di Capriglio
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