Nativa della città di Agen (antica Agennum), in Aquitania (attuale dipartimento Lot-et-Garonne), era una fanciulla di nobile famiglia che ai tempi degli imperatori Diocleziano e Massimiano, sotto il governatore Daciano 1, all’età di dodici anni fu torturata su una graticola e poi decapitata per non aver voluto sacrificare agli dei pagani.
Il nome Fides -is (III decl.) fa forse riferimento alla costellazione della Lira; ma veniva confuso con fides -ei (V decl.) “fede”. Quindi questo personaggio viene a volte identificato erroneamente con una delle tre sorelle Fede, Speranza e Carità, che secondo una leggenda erano state martirizzate a Roma.
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I resti della ragazza, e di altri martiri che ebbero con lei la stessa sorte, erano conservati nella chiesa di Santa Fede ad Agen; ma nell’866 furono trafugati e portati nel monastero benedettino di Conques (dipartimento Aveyron), dove divennero oggetto di intensa devozione popolare, tanto che la chiesa abbaziale, originariamente dedicata al Santissimo Salvatore, divenne ben presto nota come Chiesa di Santa Fede. Il culto di Santa Fede si diffuse in tutta la Francia, e per contiguità geografica anche in Spagna e Portogallo, e di qui raggiunse le Americhe, dove moltissime località portano il toponimo di Santa Fe.
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Il culto della santa ebbe una grandissima diffusione soprattutto grazie al successo del Liber Miraculorum Sancte Fidis, opera di Bernardo di Angers, uno scolasticus che si era formato nella scuola della cattedrale di Chartes, e che in alcuni viaggi, tra il 1012 circa e il 1020, si recò a Conques per rendersi conto personalmente della veridicità delle narrazioni popolari relative agli straordinari miracoli che avvenivano a beneficio dei pellegrini che si recavano a Conques per ottenere grazie di ogni genere.
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La vicenda del martirio è narrata, oltre che in fonti latine, nella Canczon de Santa Fides, composta da autore anonimo nella seconda metà dell’XI secolo: si tratta del più antico testo poetico noto in lingua occitana.
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Tra i numerosi patronati, è importante quello dei prigionieri, che diede luogo a miracoli e conseguenti donazioni da parte di fedeli, come nel caso del priorato di Santa Fede di Horsham, nel Norfolk, fatto costruire da due cavalieri fatti prigionieri dai banditi e poi miracolosamente liberati.
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Nella sezione Biblioteca di questo sito è in corso la pubblicazione del Liber Miraculorum e di altri testi relativi a Santa Fede.
Note
1. Nella Passio di Santa Fede, Daciano è indicato genericamente come praeses; il suo nome compare solo in una serie di martirologi, non vi sono indicazioni di altre fonti che permettano di definire meglio la sua carica. Torna al testo ↑
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