Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy: due mostre a Susa e a Torino

→ Susa, Museo Diocesano, 10 luglio – 10 ottobre
→ Torino, Palazzo Madama, 7 ottobre – 9 gennaio 2022

Maddalena
Antoine de Lonhy, Maddalena

In questi ultimi anni si sta riscoprendo un artista che era stato per secoli dimenticato.

Antoine de Lonhy (documentato dal 1446 in Borgogna – morto verso il 1490 nel ducato di Savoia) è stato un artista itinerante, fra la Borgogna, la Francia meridionale (Tolosa) la Catalogna (Barcellona), la Savoia e il Piemonte. Attivissimo come pittore, si dedicò anche ad altre forme di espressione figurativa: la scultura, la miniatura, la pittura di vetrate, il ricamo.

Nonostante l’altissima qualità della sua produzione, e la grande attività lavorativa, fu colpito più di tanti altri dal radicale mutamento nel gusto verificatosi nel XVI secolo, e dalle vicende complesse del patrimonio artistico della fine del Medioevo. Le sue opere furono disperse, spesso malamente smembrate e danneggiate, al punto che se ne dimenticò del tutto l’esistenza. Per un certo tempo, molte opere sono state riunite sotto le diverse denominazioni convenzionali, quali Maestro delle Ore di Saluzzo e Maestro della Trinità di Torino. Solo in anni molto recenti si è compreso che si trattava di un unico autore, e pazienti ricerche d’archivio hanno condotto ai pochi dati biografici oggi disponibili su questo sfuggente personaggio.

Una grande occasione per valutare l’importanza della sua personalità è data da una grande esposizione dal titolo «Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy» in due sedi coordinate: a Susa, presso il Museo Diocesano, è in corso la mostra curata da Vittorio Natale, che sarà visitabile fino al 10 ottobre; a Palazzo Madama, dal 7 ottobre al 9 gennaio 2022, il percorso espositivo sarà completato con una mostra curata da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo. Particolarmente stimolante sarà la possibilità di visitare le due mostre in successione, nel periodo di apertura congiunta.

→ Vai alla presentazione della mostra di Susa


Natività, particolare
Cerchia del de Lonhy, particolare della → Natività, originariamente collocata in Santa Maria di Vezzolano

La mostra di Susa sarà tra l’altro l’occasione per vedere finalmente esposte le due → tavole lignee provenienti dalla chiesa di Santa Maria di Vezzolano, riconosciute come opera di un artista strettamente legato al de Lonhy ed originariamente usate come ante di una teca che racchiudeva il complesso scultoreo dell’altare di Carlo VIII. Il restauro delle due grandi tavole, dipinte da entrambi i lati, è ancora in corso ad opera del laboratorio Nicola di Aramengo (sono ora visibili tre delle quattro facciate), ed è stato interamente finanziato grazie alla raccolta di fondi effettuata in questi ultimi due anni in occasione dell’esposizione del Presepe di Anna Rosa Nicola.


Per approfondire la figura di questo pittore consigliamo un volume di recente edizione: Frédéric Elsig, Antoine de Lonhy, Silvana Edtoriale 2018 (due edizioni, in italiano e in francese), oltre ovviamente al corposissimo catalogo delle due mostre, con studi molto dettagliati e numerosissime eccellenti illustrazioni: Simone Baiocco e Vittorio Natale (curatori), Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy, Sagep editori 2021.

Viene inoltre proposto un → ciclo di conferenze on line per l’approfondimento dei temi relativi a questo grande artista:

  • 13/07/2021: Antoine de Lonhy, un artista tra Valle di Susa e Valle d’Aosta.
  • 20/07/2021: Antoine de Lonhy sul territorio. Itinerari in Piemonte e Valle d’Aosta alla scoperta del pittore borgognone e dei suoi seguaci.
  • 21/09/2021: Antoine de Lonhy: un artista polivalente e il suo dialogo con la scultura.
  • 5/10/2021: Antoine de Lonhy, un artista europeo.
  • 19/10/2021: I codici miniati di Antoine de Lonhy: dagli esordi in Borgogna ai capolavori della maturità.
  • 9/11/2021: Dalle sete ai punzoni. Modelli tessili e tecniche esecutive nella produzione di Antoine de Lonhy.
  • 23/11/ 2021: Antoine de Lonhy e il contesto ecclesiale della sua ricerca.

Concerto Spirituale a Vezzolano 30 maggio 2021

Quando il cielo baciò la terra…
Meditazione in Musica

Vezzolano (Albugnano AT)
Domenica 30 maggio 2021
ore 16:00

Per il mese mariano, come prima iniziativa per la riapertura della chiesa di Santa Maria di Vezzolano, il gruppo vocale femminile InVocEnsemble con il pianista Alessandro Panella e l’attrice Alfonsina Zanatta propone un “Concerto Spirituale” per meditare sulla figura di Maria, Madre di Dio. Il programma presenta musiche sacre e di ispirazione spirituale, partendo da autori dell’epoca barocca e rinascimentale come Orlando di Lasso e Michelangelo Grancini, attraversando l’epoca medievale, per arrivare al XIX secolo e alla contemporaneità con autori come Pablo Casals, John Rutter, David Lang, per citarne solo alcuni.

La poesia di Alda Merini, Tagore e Turoldo, liaison tra i vari brani canori, arricchisce il contenuto spirituale espresso dalla musica.

Il gruppo vocale femminile InVocEnsemble nasce dall’incontro di sette musiciste e cantanti provenienti da varie esperienze vocali e musicali, appassionate nella ricerca e nella sperimentazione di generi e repertori diversi che spaziano tra il sacro e il profano attraverso i secoli.

Il programma completo su: https://www.lacabalesta.it/testi/appuntamenti/Vezzolano210530.html

Disponibili 50 posti a sedere

Aggiornamento del 25 maggio:
Data la grande richiesta, il concerto verrà replicato alle ore 17,30.
Per entrambi gli orari i posti disponibili SONO ESAURITI

Prenotazione obbligatoria per email a:
info@lacabalesta.it
tel. 011.9872463 / 349.5772932

A Vezzolano: Tour virtuale in quattro lingue

Espositori

Nella chiesa di Vezzolano, in tempi normali, sono a disposizione del pubblico quattro espositori in plexiglass con schede informative in quattro lingue sugli aspetti più importanti del monumento.

Da oltre un anno, in seguito all’insorgere della pandemia, queste schede sono state ritirate, poiché abitualmente i visitatori se le passano di mano in mano, e non è possibile procedere ad una sanificazione continua.

Per di più, gli orari di visita sono stati ridotti, e in alcuni periodi (“zona Arancione” e “Rossa”) la chiesa è chiusa.

Pensiamo di fare cosa utile e gradita pubblicando sul nostro sito testi e immagini di queste schede.


Per chi non l’ha visto, pubblichiamo infine il collegamento alla registrazione dell’incontro del 25/2 organizzato dalla Direzione Regionale Musei del Piemonte sul ritrovamento e il restauro delle tavole di Vezzolano attribuite ad Antoine De Lonhy:

https://www.youtube.com/watch?v=GBgF_pf7Csc

De Lonhy in conferenza streaming

Giovedì  25 febbraio 2021, alle 16,30

Conferenza in streaming
Antoine de Lonhy è tornato!
Vezzolano ritrova le sue tavole perdute.
È iniziata la rinascita delle opere

→ Leggi il comunicato della DRMP

Intervengono

  • Elena De Filippis, direttrice regionale Musei Piemonte
  • Valentina Barberis, direttrice dell’Abbazia di Vezzolano
  • Anna Rosa Nicola, direttore tecnico del laboratorio Nicola Restauri
  • Maurizio Pistone, presidente dell’Associazione la Cabalesta
  • Lidia Brero, presidente della Fondazione Enrico Eandi

Partecipazione gratuita tramite → questo link

De Lonhy nel laboratorio di restauro

La sottoscrizione per le tavole di Vezzolano è terminata!

Grazie ad un contributo straordinario da parte di un singolo sottoscrittore, la raccolta fondi per il restauro delle Tavole di Vezzolano ha raggiunto l’obiettivo prefissato con largo anticipo sul previsto.

Ringraziamo tutti i sottoscrittori per questo importante risultato, il loro contributo è stato prezioso e incoraggiante, indipendentemente dall’entità del versamento.

L’operazione opere d’arte da salvare continua! Oltre al restauro delle tavole, in accordo con la Direzione Regionale Musei del Piemonte programmeremo iniziative promozionali per dare adeguato risalto alle opere e al loro legame con il territorio, anche in vista di un loro auspicato ritorno a Vezzolano.


In questa foto del 2010 il prof. Giovanni Romano, di recente scomparso, e Anna Rosa Nicola esaminano le tavole di cui oggi è accertata la provenienza da Vezzolano

Giovanni romano e Anna rosa Nicola

Anticipiamo che nei prossimi giorni vi sarà una comunicazione on line della DRMP sulla situazione attuale del restauro e sui progetti futuri. Comunicheremo a breve l’orario e le modalità di connessione.

Il ritrovamento delle tavole di Vezzolano e la raccolta fondi per il restauro

Tavole di Vezzolano la Nativita
Antoine De Lonhy (attrib.) La natività, tempera su tavola

Le tavole perdute e ritrovate

Lateralmente alla porta vi sono due tavole dipinte sulle due faccie, rappresentanti la vita di Gesù; sembrano della scuola di Gaudenzio Ferrari, ma sono alquanto guaste: una di esse serve a celare una porta per cui si va sopra al tetto, dove si crede che si nascondessero quelli che a sottrarsi della giustizia invocavano l’immunità del santuario.1

Questa frase, tratta da un opuscoletto pubblicato di Antonio Bosio2
nel 1859 e in seguito più volte ristampato, è la prima citazione di due grandi tavole dipinte, che allora si trovavano appese alla controfacciata della chiesa, ad una certa altezza.

È più esauriente la citazione nel volume Storia dell’antica Abbazia e del Santuario di Nostra Signora di Vezzolano del 1872:

Questo gruppo, come quello dell’Abbadia di Staffarda, è in forma di trittico, era chiuso da due valve dipinte da ambe le parti; queste due tavole o quadri in legno, nei quali è rappresentata la nascita del Redentore, la sua Crocifissione, la sua Ascensione, e l’Assunzione della Beata Vergine si trovano appese in fondo della chiesa, accanto alla porta; sono buone pitture con qualche ornato d’oro di scuola Vercellese, per quanto mi sembra, del secolo XV. Uno di questi quadri chiude una porta con iscala, per cui si va nel sottotetto, ove trovasi anche una cameretta, creduto da taluno, luogo che servisse d’asilo a coloro, che erano ricercati dalla giustizia.3

Le informazioni del Bosio sono riprese quasi alla lettera da Don Achille Motta, in un volume del 1933, dal quale ricaviamo la notizia dello spostamento delle tavole ai lati del presbiterio, per avvicinarle al luogo della loro presunta collocazione originaria:

Questo trittico anticamente era chiuso da due tavole dipinte da buona mano, ora appese ai muri laterali dell’altare, ed in loro vece vi è una invetriata che fa a pugni col trittico. Le dette tavole rappresentano la Nascita, la Crocifissione, l’Ascensione di N. Signore G. C. e l’Assunzione di M. V., e sembrano di scuola Vercellese del secolo XV.4

Come si nota, le due tavole vengono attribuite correttamente al XV secolo, anche se per l’identificazione dell’autore si avanzano ancora solo vaghe e non documentate ipotesi; e si riconosce la loro funzione originaria di chiusura dell’altare in terracotta; la sbrigatività delle citazioni fa però pensare che si trovassero già in uno stato di conservazione tale da rendere difficile apprezzarne la qualità pittorica.

La teca in legno fu smontata verso la metà del ’700 e sostituita da un armadio vetrato, che non piaceva al Bosio, né, come abbiamo appena visto, al Motta. Le due grosse ante furono conservate, ma senza nessuna cura, e solo alla fine dell’800, per ricordarne la collocazione originale, furono riportate nell’abside ai lati dell’altare. Questa collocazione è documentata da diverse fotografie della prima metà del XX secolo, come testimonia questa cartolina, opera di Mario Busto, fotografo di Castelnuovo don Bosco assai attivo nella rappresentazione del territorio dell’Alto Astigiano.

BustoMadonna_640

In seguito le tavole vennero tolte da Vezzolano, in modalità che non sono perfettamente documentate. Intorno al 1955 la dott.ssa Noemi Gabrielli5, all’epoca Soprintendente alle Gallerie per il Piemonte, tolse per motivi di sicurezza dalla chiese di Vezzolano diverse opere, fra cui le nostre tavole, che vennero affidate al restauratore torinese Ettore Patrito. Dopo poco tempo però il Patrito morì, lasciando in eredità tutti i suoi beni al Cottolengo, dove era ricoverata la sua unica figlia, gravemente disabile. Tutto il contenuto del laboratorio di restauro fu acquisito da Guido Nicola di Aramengo, che a Patrito era molto legato per essere stato suo allievo. Tra i beni acquisiti vi sono le nostre tavole, che in vista di un successivo restauro erano già state scomposte in assi staccate, e coperte da veline, quindi del tutto irriconoscibili; né la carente documentazione permetteva all’epoca di comprenderne la provenienza.

Fu solo parecchi anni dopo che su suggerimento del prof. Giovanni Romano i Nicola asportarono parzialmente le veline, e cominciò un paziente lavoro per riannodare i fili, fino all’identificazione delle tavole come provenienti da Vezzolano, e alla proposta, avanzata dallo stesso Romano, di attribuzione delle opere al De Lonhy o alla sua scuola.

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Antoine del Lonhy, il grande dimenticato

De Lonhy Trinità di Torino
Antoine de Lonhy, Trinità di Torino

Il grande interesse che si sta manifestando verso queste tavole è dovuto alla recentissima rivalutazione dell’opera di Antoine De Lonhy6, che già il Romano aveva tenuto in grande considerazione nel suo volume sui Primitivi Piemontesi7,
ed ora è oggetto di un importante studio complessivo8.

Di quest’autore, attivo fra il 1446 e il 1490 in Borgogna, in Linguadoca, in Catalogna, infine in Savoia e in Piemonte, si erano del tutto perse le tracce, tanto che fino a tempi recenti le sue opere più significative venivano riunite sotto il nome convenzionale di Maestro della Trinità di Torino. Da qualche tempo, incrociando i dati derivanti dall’analisi di opere sparse in musei di diverse parti del mondo, e presso collezionisti privati, con le scarne e altrettanto sparse citazioni in diversi archivi, si è giunti all’identificazione di un autore assai prolifico, titolare di una bottega molto attiva, che spaziava in diversi ambiti di produzione artistica: dipinti su tavole, affreschi, miniature, sculture, addirittura vetrate e disegni per ricami. La sua importanza è legata alla capacità di interpretare in modo molto personale la lezione dei grandi maestri fiammighi del XV secolo, come Jan Van Eyck e Rogier van der Weyden, trasmettendone l’insegnamento nelle nostre regioni.

Dopo un grande successo, fu presto dimenticato, come è frequente in un’epoca di grandi rivolgimenti artistici. Le sue opere caddero nell’anonimato, e gran parte di quanto rimane è andato disperso nel mercato antiquario.

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Le tavole ritrovate e da restaurare (con l’aiuto di tutti)

Le opere recuperate sono due grandi tavole in legno, di circa 1,80 × 1,10 m, dipinte su entrambi i lati. Questa caratteristica, e la presenza di vistosi segni riconducibili alla presenza di cerniere, conferma quanto scritto dal Bosio, il quale forse all’epoca aveva accesso a informazioni oggi non più verificabili. Si tratta quindi delle ante di chiusura di una grande teca in legno nella quale era custodito l’altare in terracotta di Carlo VIII. È molto probabile che le due ante, chiuse, presentassero le immagini della Crocifissione e della Resurrezione di Gesù; una volta aperte, le due scene della Natività e dell’Assunzione di Maria, in sequenza narrativa logica con la statua della Madonna in trono col Bambino al centro.

All’inizio di questa pagina abbiamo presentato l’immagine della Natività: è un’immagine che si ricollega al tema del Presepe, che negli anni scorsi è stato occasione di raccolte di fondi per opere d’arte da salvare. Qui presentiamo ora le altre tre immagini.

Tavole di Vezzolano la Crocifissione
Crocifissione
Tavole di Vezzolano la Resurrezione
Resurrezione di Gesù
Tavole di Vezzolano l'Assunzione
Assunzione di Maria

Come si vede, la pittura mostra tutti i segni della trascuratezza di cui le due tavole sono state vittime nei secoli passati. Si rende quindi ora necessario un restauro, che permetta di apprezzarne la qualità pittorica, e di fornire nuovi argomenti per la loro attribuzione.

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La sottoscrizione pubblica

Quest’inverno 2020-2021 non ha permesso la consueta esposizione a Vezzolano del Presepe di Anna Rosa Nicola; ma non abbiamo voluto lasciarci sfuggire l’occasione di un “Presepe”, almeno virtuale, se non “in presenza”; e soprattutto l’occasione di una nuova racolta fondi per finanziare il restauro di queste importanti opere.

La spesa prevista è di € 40.600; dalle precedenti raccolte fondi era rimasto un fondo di € 20.000, non impiegato a causa di difficoltà burocratico-amministative. Tale somma è già stata versata. Rimane quindi un residuo di € 20.600 da raccogliere.

Diamo qui i dati per chi volesse partecipare a quest’impresa, così significativa per il nostro territorio.

Per partecipare alla sottoscrizione potete inviare un bonifico a:

Associazione la Cabalesta
Banca Intesa San Paolo

Iban IT11N0306909606100000111950

con causale:

Arte da salvare – Restauro tavole di Vezzolano

Dopo il versamento inviate una mail a

info@lacabalesta.it

con i dati e l’indirizzo del sottoscrittore per la dichiarazione a fini detrazione IRPEF, e riceverete un piccolo omaggio.

Ringraziamo tutti coloro che vorranno dare il loro contributo, e diamo appuntamento a Vezzolano, quando la crisi sanitaria sarà risolta.

→ Qui le informazioni sulle agevolazioni fiscali

Aggiornamento 1° febbraio 2021

La raccolta di fondi per il restauro delle tavole ha raggiunto il suo risultato con largo anticipo sul previsto!

Nei prossimi giorni vi informeremo sulle successive iniziative in proposito, concordate con la Direzione Regionale dei Musei del Piemonte ed il Laboratorio Nicola.

Aggiornamento 26 febbraio 2021

In accordo con la Direzione Regionale Musei del Piemonte, abbiamo deciso di continuare la sottoscrizione per trovare i fondi necessari per un’adeguata diffusione delle notizie relative alle tavole alo loro restauro. È prevista una pubblicazione, con le immagini delle tavole, la cronaca passo passo del ritrovamento e del restauro, documenti inediti relativi ai vari passaggi ed notizie su coloro che se ne sono occupati nel tempo: la sovrintendente Noemi Gabrielli, i restauratori Ettore Patrito e Guido Nicola, il prof. Giovanni Romano.

È prevista una prima esposizione delle tavole restaurate nel mese di Settembre a Susa in occasione di una grande mostra su Antoine de Lonhy.

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Note

1. Antonio Bosio Dell’antica abbazia e del santuario di Nostra Signora di Vezzolano presso Albugnano, Torino 1859-1896.
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2. Padova 1811 – Torino 1880.
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3. Antonio Bosio Storia dell’antica Abbazia e del Santuario di Nostra Signora di Vezzolano ornata di disegni con alcuni cenni sopra Albugnano e paesi circonvicini Torino 1872
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4. Achille Motta Vezzolano e Albugnano Memorie storico-religiose artistiche illustrate II Edizione riveduta e aumentata Tipografia delle Missioni Milano 1933.
Don Achille Motta (Viarigi 1866 – Albugnano 1958) fu parroco di Albugnano per ben 63 anni, dal 1895 alla morte, e si spese per far conoscere e valorizzare la chiesa di Vezzolano.
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5. Pinerolo 1901 – Asti 1979.
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6. † 1490 ca.
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7. Giovanni Romano, Primitivi Piemontesi nei musei di Torino, Fondazione CRT, Torino 1996.
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8. Frédéric Elsig Antoine De Lonhy, Silvana Editoriale, Milano 2018.
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Antoine de Lonhy è tornato! Vezzolano ritrova le sue tavole perdute

Conferenza in streaming del 5 gennaio 2021 alle ore 16,30.

Quest’anno non c’è stata la tradizionale esposizione del Presepe a Vezzolano. Ma per queste festività possiamo ugualmente annunciare un evento importante, non solo per la chiesa di Santa Maria, ma per tutto il territorio.

Le fonti ottocentesche e della prima metà del ’900 accennavano di sfuggita ad alcune tavole dipinte che si trovavano ai lati dell’altare di Carlo VIII, ma nessuno aveva dato grande importanza a queste opere, non attribuite ed in cattive condizioni. Passate per diverse mani, erano alla fine arrivate al laboratorio Nicola di Aramengo, smembrate e coperte da veline. Fu solo per impulso del prof. Giovanni Romano che in anni recenti furono osservate con attenzione, e non solo riconosciute come appartenenti alla chiesa di Vezzolano, ma anche attribuite, se non proprio alla mano, alla scuola di Antoine de Lonhy, un pittore attivo verso la seconda metà del XV secolo in Borgogna, in Catalogna, in Savoia e in Piemonte, che recenti studi hanno fatto conoscere e valorizzato.

Il Presepe di Annarosa Nicola, presente dal 2012 presso la chiesa di Vezzolano, è stato fin dall’inizio occasione per raccolte di fondi da destinare al restauro d’opere d’arte. Dalle precedenti edizioni era avanzato un fondo abbastanza consistente, che non era stato impiegato per difficoltà burocratiche di vario genere. Questo ritardo è stato provvidenziale, poiché la somma precedentemente non impiegata è stata sufficiente a pagare quasi metà della spesa complessiva delle due tavole. Mancano ancora 20.600 euro, e l’obiettivo ora è di lanciare una nuova raccolta di fondi per raggiungere l’intera somma necessaria.

→ Clicca qui per il comunicato della Direzione Regionale Musei Piemonte e l’annuncio della conferenza


Dedichiamo in modo particolare questa bella notizia alla memoria del prof. Giovanni Romano, la cui opera instancabile è stata di grandissima importanza per la conoscenza del patrimonio artistico piemontese e italiano. Purtroppo non ha fatto in tempo a vedere valorizzate le “sue” tavole, poiché è mancato lo scorso 24 dicembre; ma diciamo che da parte sua tutta questa vicenda è stata un bellissimo regalo di Natale.

→ Clicca qui per un ricordo di Giovanni Romano


Martedì 5 gennaio 2021 ore 16.30

→ Clicca qui per seguire la Conferenza in streaming sulla piattaforma Microsoft Teams

Intervengono:

Enrica Pagella, direttrice regionale Musei Piemonte
Valentina Barberis, direttrice dell’Abbazia di Vezzolano
Roberta Bianchi, responsabile del Laboratorio di restauro della Direzione regionale Musei Piemonte
Maurizio Pistone, presidente dell’Associazione la Cabalesta


Le offerte per il restauro sono raccolte dall’Associazione La Cabalesta di Castelnuovo don Bosco.

Per contribuire si può effettuare un bonifico bancario sul conto corrente intestato a:

Associazione la Cabalesta
Banca Intesa San Paolo
Iban IT11N0306909606100000111950
Causale: Arte da salvare – restauro tavole Vezzolano

e inviare una mail a

info@lacabalesta.it

con i dati del sottoscrittore per la dichiarazione a fini fiscali.

La raccolta è già iniziata!

Info: Associazione La Cabalesta
e-mail info@lacabalesta.it
tel. 011.9872463


Nuovo appuntamento:
Mercoledì 6 Gennaio, alle ore 16 Diretta streaming su Youtube:
Il dono dei Magi. Viaggio nel Presepe di Anna Rosa attraverso il racconto di Silvia Perosino


Nella foto: La Natività.

Presepe in streaming!

Questo Natale 2020 sarà diverso da tutti gli altri.
Ma la Nona Edizione del Presepe di Anna Rosa Nicola ci sarà lo stesso!
Martedì 8 dicembre, dalle 17 alle 18, in diretta on line, l’autrice illustrerà il nuovo Presepe, con molte immagini delle miniature e degli ambienti, e rivelerà i segreti delle sue creazioni.
È un’occasione speciale anche perché potremo annunciare l’avvio di un importante restauro: due tavole dipinte quattrocentesche, appartenenti alla chiesa di Vezzolano, che la Direzione Regionale dei Musei del Piemonte presenterà nel dettaglio in una successiva diretta prima di Natale.

L’appuntamento è al seguente indirizzo:

https://facebook.com/cabalesta

Chi preferisce seguire la presentazione sulla piattaforma Zoom può inviare entro le ore 14 di martedì 8 dicembre la richiesta all’indirizzo

info@lacabalesta.it

e riceverà il link dell’evento.

Un libro e uno spettacolo su Santa Fede di Agen

Maurizio Pistone

Vita, morte, miracoli e scherzi
di Santa Fede di Agen
Vergine e Martire

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Santa Fede, stampa popolare catalana del XVIII secolo.
Coll. privata la Cabalesta

Storie dal
Liber miraculorum Sancte Fidis
di Bernardo di Angers
(anno 1020)

Edizione del testo a cura di
EdiTO Riva presso Chieri
disponibile in occasione degli spettacoli teatrali
oppure presso l’editore
info@iltipografo.net


Rappresentazione teatrale:

  • Domenica 4 ottobre 2020 ore 15,30

    Sagrato della chiesa di
    Santa Fede di Cavagnolo (TO),
    capienza massima: 100 posti.
    In caso di maltempo l’opera verrà presentata all’interno della chiesa, capienza massima: 40 posti.

  • Domenica 11 ottobre 2020 ore 15,30

    Chiesa di Santa Maria di Vezzolano (Albugnano AT)
    Capienza massima: 50 posti.
    Se si supererà questo limite, si valuterà la possibilità di un secondo turno alle ore 17,30.

Una produzione dell’Associazione la Cabalesta

Allestimento scenico a cura della
Fondazione
Gabriele Accomazzo per il Teatro

Direzione artistica Marco Viecca

Regia: Marco Viecca
Interpreti: Marco Viecca, Daniela Placci, Alberto Pillitteri, Mirco Tosches, Sara Manzoni
Allestimento tecnico: Paolo Penna


In occasione del millesimo anniversario del Liber Miraculorum Sancte Fidis viene presentata una riduzione in linguaggio moderno di un capolavoro della narrativa medievale, sia come pubblicazione, sia come messa in scena teatrale presso due delle più belle chiese romaniche del nostro territorio.

Nel 303 d.C., durante la persecuzione di Diocleziano, nella città di Agennum, l’attuale Agen nel sud ovest della Francia, una ragazza di appena dodici anni, di nome Fede, viene processata come cristiana, torturata e decapitata. Non sappiamo nulla della sua vita e della sua origine, se non che discende da una famiglia di alta nobiltà. Il testo della Passione insiste soprattutto sulla determinazione della fanciulla di fronte al persecutore. La tomba della giovanissima martire diventa nel tempo un importante luogo di devozione.


Conques, Statua Reliquiario di Santa Fede, X secolo

Passano più di cinquecento anni, e il corpo viene trafugato dai monaci di Conques, un monastero nascosto in una cerchia di rupi nel centro della Francia, dove nei secoli successivi una folla sempre crescente di pellegrini si reca a venerare la reliquia della Santa, e soprattutto la preziosissima maiestas, una statua reliquiario tutta coperta d’oro che ne custodisce il cranio.

Agli inizi dell’XI secolo un giovane scholasticus, Bernardo di Angers, decide di condurre un’indagine sui “fatti inauditi” che vengono riferiti a proposito delle straordinarie virtù taumaturgiche della Martire. Il nostro chierico si convince che quelle narrazioni sono autentiche, e dà un resoconto dettagliato non solo delle guarigioni miracolose e degli altri miracoli operati dalla Santa, ma anche del contesto sociale, economico, culturale in cui questi avvengono, fornendoci un’immagine vivissima e “dall’interno” della società francese ed europea nei decenni a cavallo dell’Anno Mille.

Il Libro dei Miracoli di Santa Fede è un testo ben noto agli storici, soprattutto da quando nel 1897 fu pubblicato il manoscritto più completo giunto fino a noi, databile negli ultimi decenni dell’XI secolo.

Questa riduzione presenta ai non specialisti l’opera in una forma rispettosa del testo originale nei fatti, nel contesto storico e anche nello spirito, ma liberata dalle peculiarità stilistiche e retoriche della prosa scolastica dell’epoca, in modo da mettere in evidenza la forza narrativa e lo spessore umano del testo.

Al di là dell’intento devozionale del libro di Bernardo, queste storie esprimono con tutta la forza della testimonianza diretta sofferenze, speranze, passioni di un’umanità quotidianamente alle prese con gravi privazioni e con una violenza diffusa e senza freni. Soprattutto emerge la personalità di questa Santa, che compare in sogno ai devoti, instaurando un dialogo vivacissimo e senza reticenze; una Santa che compie miracoli straordinari, ma spesso in modo insolito e sconcertante, tanto che la gente del posto li chiama famigliarmente “scherzi” (ioca). Il martirio ha fissato per sempre questa Santa nell’effervescenza dei suoi dodici anni: una ragazzina che abbandona l’infanzia e si affaccia all’età adulta, ma rimane vivace, estrosa e a volte imprevedibile nelle sue esternazioni, e fa i miracoli come se giocasse.


Ingresso gratuito

Prenotazioni preferibilmente per e-mail all’indirizzo
info@lacabalesta.it
oppure WhatsApp 349.5772932.

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